di Giuseppe Fiorello, Italia, 2023, 130′
con Gabriele Pizzurro, Samuele Segreto, Fabrizia Sacchi, Simona Malato, Antonio De Matteo
Giugno 1982, in una calda Sicilia che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini lungo una strada di campagna.
Dallo scontro nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle dicerie e vivono liberamente. Una libertà che gli altri non comprendono e non sono disposti ad accettare...
Stranizza d'amuri è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in
provincia di Catania.
Quinlan.it - Ci sono storie che è necessario raccontare. È una necessità a prescindere, che talvolta può mettere in ombra le precipue specificità cinematografiche. Avvenuto in provincia di Catania agli inizi degli anni Ottanta, il delitto di Giarre è un atroce fatto di cronaca che nell’Italia di oggi è pressoché dimenticato. L’abbiamo dimenticato perché probabilmente ci siamo illusi di essere un paese civilmente evoluto – e non lo siamo: basti pensare quanto ancora è lunga la strada dei diritti delle persone omoaffettive e quanta fatica è costata la pallidissima legge sulle unioni civili emanata nel 2016. Eppure l’Italia è un Paese tanto bello… Ma proprio non ce la fa a diventare anche bello dentro.
Sentieri Selvaggi - Beppe Fiorello mette in scena la Sicilia e le sue estati adolescenziali passate tra bar, spiagge e fiere di paese. Insieme agli sceneggiatori Andrea Cedrola, Carlo Salsa e Josella Porto, il regista si è concentrato molto sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi. Dai carusi omofobi di paese e le conseguenti dinamiche di oppressione maschile, ai rispettivi genitori dei due protagonisti, il centro del discorso è sempre quello del feroce patriarcato siciliano dell’epoca. Stranizza d’amuri si apre proprio con una battuta di caccia al coniglio con Nino, il fratellino e lo zio, palese passaggio di testimone maschile di generazione in generazione. “Non ti scantare”, ripete lo zio armato di lupara, frase che appare come una rassicurazione ma a ripensarci assomiglia più ad una minaccia velata, un modo per mantenere sulla retta via il proprio successore.
Mymovies - Fiorello e i suoi cosceneggiatori Andrea Cedrola e Carlo Salsa tratteggiano tanto i vitelloni omofobi del bar e il patrigno violento quanto i genitori di Nino affettuosi, ironici e aperti agli altri, benché pronti a tramandare tradizioni che appartengono ad un patriarcato millenario. Personaggio pieno di ombre è invece la madre di Gianni, che ha già conosciuto la discriminazione nei confronti del figlio e vive nella paura di non saper proteggere né lui né se stessa dalla crudeltà della società patriarcale siciliana.