di Andrea Zambelli, Andrea Zanoli, Italia, 2020, 87′
Un anno di vita attraverso tutto l’arco alpino, dal disgelo all'arrivo dell'inverno, attraverso gli occhi, i gesti e le riflessioni di tre personaggi: Virginie, Marcel e Valentin. Lontani dallo stereotipo dell'uomo di montagna, le figure che seguiremo sono espressione di una tendenza contemporanea, resistente e alle volte innovativa, di vivere e lavorare sul territorio alpino. Un ruralismo di ritorno è per loro al tempo stesso una scelta politica e spirituale.
Ospiti in sala i registi Andrea Zanoli e Andrea Zambelli
Andrea Zanoli (Bergamo, 1981) è operatore e documentarista. Partecipa alla produzione di numerose opere audiovisive (cortometraggi, pubblicità, documentari e videoclip musicali) come montatore, operatore di ripresa o regista dal 2004. Lavora nell'organizzazione del Festival Bergamo Film Meeting, in particolare fa parte del comitato di selezione per la sezione documentari Visti da vicino. È coinvolto nel progetto Premio Avanti come selezionatore di film di nuovi autori italiani provenienti da diversi festival.
Andrea Zambelli (Bergamo, 1975). E’ assistente alla regia di Davide Ferrario per Dopo mezzanotte (2003) e realizza le riprese in Repubblica Moldova per La strada di Levi (2006), sempre di Ferrario. Nel 2008 realizza Di madre in figlia, unico documentario italiano al Toronto International Film Festival. Ha girato documentari in Palestina, Libano e Colombia, alcuni dei quali nell'ambito di progetti di formazione di gruppi di informazione indipendente in territori di conflitto. Tra i suoi lavori: Farebbero tutti silenzio (2001), il videoclip dei Verdena Spaceman (2001), Deheishe refugees camp (2002), Mercancìa (2006), Milongueros (2011), L'uomo che corre (2012), Striplife (2013), Irrawaddy mon amour (2015), Rino, la mia ascia di guerra (2015), in concorso in Italiana.doc al 33TFF.
"Il film nasce da una richiesta dell’Aess (Archivio di Etnografia e Storia Sociale) di Regione Lombardia nell’ambito di Alpfoodway, progetto Interreg europeo molto ampio che coinvolgeva partner in tutte le nazioni alpine, e quindi Francia, Svizzera, Germania, Austria, Italia e Slovenia. Scopo del progetto era proporre insieme una serie di studi per avanzare la candidatura all’Unesco della cultura alimentare alpina come patrimonio immateriale dell’umanità. Siamo così stati coinvolti come Lab 80 film per sviluppare una parte della ricerca sui territori alpini, per raccontare le storie di persone e realtà che vivono sulle Alpi, tendenzialmente collegate all’aspetto del cibo, della produzione agricola, dell’allevamento, della tutela dei semi antichi. Il nostro lavoro si è quindi sviluppato lungo due direzioni parallele: da un lato, abbiamo prodotto una serie di mini-documentari su alcune di queste storie (che sono stati pubblicati sulla piattaforma di Alpfoodway); dall’altro, invece, c’è stata la realizzazione del film “Le terre alte”.
«A colpirci è stata soprattutto l’impressione di resistenza, di libertà. Come se nell’ambiente alpino, duro ed esigente, queste persone avessero trovato un proprio senso, che altrove invece mancava. Nel film abbiamo cercato di raccontarlo». Andrea Zanoli e Andrea Zambelli