di Marie Amiguet, Vincent Munier, Francia, 2021, 92′
con Vincent Munier e Sylvain Tesson.
La Pantera delle Nevi è un documentario ambientato in Tibet, sull’altopiano innevato: un habitat del tutto selvaggio, governato dalle sue creature. Due esploratori partono alla volta di quel luogo misterioso: il fotografo naturalista Vincent Munier e l’autore Sylvain Tesson sono infatti alla ricerca della pantera delle nevi – uno dei più grandi e rari felini che la fauna terrestre abbia mai conosciuto. La pantera diventa essa stessa il simbolo di un viaggio alla scoperta di sé stessi, di un luogo incontaminato, lontano da spazio e tempo, disarmante e inesplorato.
Un viaggio accompagnato dalla musica di Warren Ellis e Nick Cave: un percorso umano e mistico composto da interrogativi, dubbi, nuovi traguardi e nuove consapevolezze.
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Dalle 19:30 GioveDinner: CENA CON DEGUSTAZIONE BIRRA
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Duels.it - Lo scopo dichiarato è quello di catturare immagini (fisse e in movimento) della pantera delle nevi che dà titolo al progetto cinematografico: un felino talmente raro che a un certo punto ti chiedi se non sia piuttosto una chimera oppure l’impresa a cui tendere idealmente ma in realtà non realizzabile, se non addirittura un’ossessione alla Achab. Nulla di tutto questo, in verità, perché la filosofia che Munier e Tesson fanno propria è quella di Milarepa, poeta e religioso buddista dell’XI secolo, che avrebbe vissuto per un certo periodo nelle grotte dei dintorni, come ricorda a un certo punto Tesson; un eremita il cui stile di vita viene per l’occasione sintetizzato in una manciata di esortazioni: «Venera ciò che sta davanti, non aspettarti nulla, abbi fede nella poesia, sii contento del mondo, battiti perché non muoia». L’obiettivo di Amiguet, quando è puntato sui sodali, è molto ravvicinato e ne coglie il respiro e i sussurri, le espressioni sotto gli abiti pesanti, oltre che le riflessioni; invece riprende da lontano, con potenti teleobiettivi (non potrebbe essere altrimenti) e con assoluta nitidezza, l’ambiente sotto osservazione e le figure che lo popolano.
Quinlan.it - Il rapporto tra essere umano e natura è dopotutto alla base di ogni pensiero sviluppatosi nel corso dei millenni, perché la capacità di ragionare è andata di pari passo all’indagine sul perché dell’esistere, e dunque anche sullo spazio nel quale ci si trova a muoversi. L’ambiente. Viene dunque naturale pensare che Vincent Munier, fotografo che ha fatto della natura l’elemento centrale della sua ricerca documentale e artistica, e Sylvain Tesson, tra i pochi “scrittori di viaggi” ancora in attività, se ne stiano accovacciati nella neve dell’altopiano tibetano anche per cercare di comprendere loro stessi, oltre che per sperare nell’avvistamento della pantera delle nevi, animale che non ama mostrarsi più di tanto e che con la sua regale possanza appare quasi una divinità in quelle zone impervie, dove pure l’umano abita, con i bambini che giocano esattamente come tutti i loro coetanei in giro per il mondo. D’altro canto il film che Munier ha diretto insieme a Marie Amiguet, documentarista francese specializzata in documentari naturalistici e che molto ha lavorato sul lupo , si concentra esattamente su questo: l’attesa della natura.
Sentieri Selvaggi - I meravigliosi paesaggi e gli estenuanti appostamenti dei due fotografi rendono La pantera delle nevi un film metodico ma anche poetico, grazie anche a una splendida colonna sonora firmata Warren Ellis e Nick Cave in linea con la dimensione quasi trascendentale del documentario. La pantera delle nevi segue la cadenza delle giornate ripetitive passate a contemplare animali a rischio estinzione, distanti anni luce dalla società civile, che camminano tra pianure e montagne sterminate dall’orizzonte infinito. Un documentario al limite, dalla matrice herzoghiana nel voler esplorare le vette della natura e dell’essere umano, incapace di comprenderla ma emotivamente coinvolto.