di Steven Spielberg, Usa, 2022, 151′
con Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle, Judd Hirsch, David Linch
1952. Sammy Fabelman ha sei anni e al cinema non ci vuole andare, ha paura di affrontare quel mondo di giganti. La madre gli assicura che i film sono sogni indimenticabili, il padre lo rassicura descrivendogli il prodigio di una macchina che fa muovere immagini fisse. Davanti al loro bambino, Mitzi e Burt assumono ciascuno il proprio ruolo: la poesia da un lato, la tecnologia dall'altro. In sala Il più grande spettacolo del mondo di Cecil B. DeMille fa il resto. Sam esce dal cinema e l'avvenire è aperto.
Giovedì 12 gennaio il film sarà introdotto e commentato da Simone Soranna, critico cinematografico
Quinlan.it - In qualche misura The Fabelmans è il racconto del tentativo di guardare senza paura l’orizzonte e accettarlo, affrontarlo, superando la wilderness dell’esistenza. Spielberg, che non disdegna qualche piccolo omaggio affettuoso agli amici di sempre, affronta la magnifica, dolorosa, e in realtà normalissima adolescenza del suo alter ego con uno sguardo sempre partecipe, mai retorico neanche nei momenti apparentemente più didascalici e intriso di una melanconica dolcezza struggente.
Mymovies.it - La favolosa sequenza di apertura di The Fabelmans pone la prima pietra: davanti al grande schermo gli occhi del piccolo protagonista si spalancano di spavento e di meraviglia per l'incredibile scena di un treno che percuote in piena corsa una vettura sui binari. L'ossessione di quella scena non lo lascerà più e non smetterà di riprodurla in miniatura con la sua prima cinepresa. Comincia da qui The Fabelmans, puramente spielberghiano e radicalmente intimo. Un film ad alto potere emozionale e ricco di ellissi che 'colmano' una mancanza e ricostruiscono quell'infanzia che il regista non ha mai smesso di reinventare nei suoi film.
Sentieri Selvaggi - Il cinema può cambiare sempre le cose. Può essere una cinepresa amatoriale o un Arriflex 16 mm. Non importa. The Fabelmans sottolinea che è sempre un fotogramma che fa la differenza. Proprio come uno rivelatore della sua famiglia che farà saltare tutti gli equilibri. Da una sola immagine possono partire tante storie che non sono state mai viste, oppure erano nascoste. “Dov’è l’orizzonte?”. Per Sammy ci sarà proprio un incontro fondamentale che diventerà decisivo nella costruzione dell’immagine cinematografica come regista. Bisogna sempre guardare dov’è l’orizzonte. “Quando l’orizzonte è in basso, è interessante. Quando è in alto, è interessante. Quando è al centro, è una palla mortale”.