di Jerzy Skolimowski, Polonia, Italia, 2022, 86′
con Sandra Drzymalska, Mateusz Kościukiewicz, Tomasz Organek, Isabelle Huppert, Lorenzo Zurzolo
Eo ("ih-oh") è il nome di un asino che fa coppia con l'acrobata Kasandra in un circo polacco. Con la ragazza, Eo ha un rapporto speciale, una comunicazione intima, che passa attraverso le carezze, il tono della voce, un accoppiamento delle teste e dello spirito. Ma il circo viene smantellato, piegato dai debiti e dalle proteste, e i due vengono separati. Eo inizia così un viaggio che lo porta in paesi e contesti diversi, fino in Italia, sempre secondo ai cavalli, belli e capricciosi, caricato di pesi, per lo più ignorato, a volte pestato, per cieca furia umana, in un'occasione salvato e in un'altra no.
Quinlan.it - A ottantaquattro anni Jerzy Skolimowski si confronta con EO con uno dei film che più lo hanno segnato, Au hasard Balthazar di Robert Bresson. Lo fa da una prospettiva che rifugge il nitore ascetico a favore di una messa in scena maestosa che non tema il rapporto col grottesco, minimo comun denominatore dell’Europa attraversata dall’asinello protagonista.
(...) Lo scopo di Skolimowski, e quella scritta finale in qualche misura lo spiega con estrema nettezza di pensiero, non è quello di muoversi nelle acque in cui già si bagnò Bresson: pur rimanendo, a detta del regista polacco, uno dei film che più lo formarono e scioccarono, EO non è un remake di Au hasard Balthazar anche perché, come scritto dianzi, ciò non sarebbe possibile. Anzi, a voler essere precisi Skolimowski compie un’azione ostinatamente contraria a quella del regista francese, che vedeva nel racconto un’allegoria dell’umano. Bresson non concedeva antropomorfismi di sorta al suo asino, lo rappresentava nella sua nuda purezza animale, nella sua totale non consapevolezza che lo lasciava inerme nelle mani di un’umanità violenta: Skolimowski al contrario attribuisce un pensiero semplice ma radicato a EO, gli regala sogni, visioni, rimembranze di un passato felice, quello in cui lavorava al circo insieme a una ballerina che lo carezzava, se ne prendeva cura, lo amava.
Mymovies - EO è un progetto che cova nella mente del regista polacco da decenni, da quando, da ragazzo, fu segnato dalla visione di Au hasard Balthazar di Bresson, cui questo film rende omaggio rifiutando la chiave naturalistica e proponendo una visione pessimista dell'uomo. Scritto in Sicilia, con la complicità di Ewa Piakowska, durante l'isolamento dovuto alla pandemia di Covid19, il film riflette su cosa significhi, in termini cinematografici, vedere il mondo in maniera diversa, e la riflessione coinvolge necessariamente anche l'aspetto sonoro, traducendosi, anche in questo caso, in una musica tarata sull'espressione emotiva anziché su una sonorità accondiscendente nei confronti dell'orecchio umano.
Cineuropa - Skolimowski non è mai stato esattamente il più delicato dei registi: il male si nasconde sempre da qualche parte nei suoi film. In Eo c'è amarezza nell'assurdo, violenza nei momenti di breve sollievo. Forse è per questo che l'animale continua a muoversi, attraversare i confini e cambiare casa. Non è chiaro cosa stia cercando, probabilmente l'amore che ha avuto e poi perso, adorato ma anche sfruttato da una giovane proprietaria (Sandra Drzymalska, così brava in Sole di Carlo Sironi). Eo scappa, ma non solo perché maltrattato, scappa anche dalle persone che lo trattano bene. O almeno così pensano, dato che questo film non parla solo della crudeltà umana, ma anche dell'ignoranza umana, espressa perfettamente da un personaggio che se ne va con Eo e si chiede se lo stia "salvando o portandolo via". Non lo saprà mai.