di Pupi Avati, Italia, 2022, 94′
con Sergio Castellitto, Alessandro Sperduti, Enrico Lo Verso, Alessandro Haber, Gianni Cavina, Leopoldo Mastelloni, Ludovica Pedetta , Romano Reggiani, Carlotta Gamba , Paolo Graziosi , Mariano Rigillo , Valeria D’Obici , Giulio Pizzirani , Erica Blanc , Morena Gentile , Milena Vukotic .
1350. Dopo la morte di Dante, Boccaccio riceve il compito di consegnare alla figlia del sommo vate dieci fiorini d'oro come "risarcimento tardivo dell'ingiustizia patita". Giovanni, grande ammiratore del poeta defunto, accoglie l'incarico come un onore, mettendosi in viaggio per ripercorrere i luoghi che Dante ha attraversato nel corso del suo esilio. Durante il cammino ripercorrerà gli episodi salienti della vita del poeta, dall'incontro con Beatrice all'amicizia con Guido Cavalcanti, dalle guerre fra Bianchi e Neri all'ingresso in politica come priore fino all'"esilio infinito". Intessuti nella trama emergono i personaggi della Divina Commedia, da Paolo e Francesca al Conte Ugolino, sottoforma di racconti raccolti da Dante lungo il suo peregrinare.
Mymovies - Questo Dante è un atto d'amore sviscerato, e il personaggio di Boccaccio è evidentemente l'alter ego di Avati, un estimatore del sommo vate (oggi lo definiremo un groupie!) che sa immaginarlo soltanto eternamente ragazzo, e che del suo idolo vede solo i lati positivi: il che è anche un limite del film, perché il Dante di Avati non ha ombre, è sempre vittima della sua ingenuità e delle sue buone intenzioni incomprese, e dunque meno complesso di quanto la narrazione richiederebbe. Ma nel suo entusiasmo incontenibile Avati restituisce valore all'incanto della poesia dantesca, soprattutto i sonetti, contestualizzandoli nella perfetta ricostruzione di un mondo andato che ancora oggi ci forma.
Quinlan.it - Ciò detto, va anche dato atto ad Avati di non sbrodolare le intuizioni poetiche dell’Alighieri creando degli a-parte didascalici, così come accadeva a Germano/Leopardi nel momento in cui declamava L’infinito. E perciò, ad esempio, vediamo il giovane Dante ascoltare da un soldato il racconto della triste vicenda amorosa di Paolo e Francesca e lo vediamo semplicemente ascoltare e quindi piangere commosso, senza trovarci costretti ad assistere al delicato momento in cui si sarà trovato con foglio e calamaio in procinto di comporre gli immortali versi. E così, in modo non troppo diverso, due sonetti celeberrimi del Nostro, l’uno legato a Beatrice (Tanto gentile e tanto onesta pare), l’altro all’amico Guido Cavalcanti (Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io), vengono sì declamati, ma in voice off e in momenti emotivamente intensi e ben calibrati. Da questi e da tanti altri dettagli si arguisce che, alla base della scrittura del film, vi è stato un lavoro documentatissimo, come testimoniano d’altronde i numerosi dantisti chiamati come consulenti.
Sentieri Selvaggi - Accanto alla storia, però, c’è l’immortale poesia di Dante. “L’unica vera gioia della mia vita”, dice Boccaccio alla figlia del sommo poeta, una volta arrivato a Ravenna. Il Boccaccio di Avati, interpretato da un commuovente Sergio Castellitto, non vede in Dante soltanto un grande poeta, in lui riconosce la figura paterna, l’unico uomo che gli ha insegnato ad amare. Ed infatti il suo viaggio, che in un certo qual modo è anche il viaggio che lo spettatore intraprende seguendo i movimenti della mdp di Avati, acquista i connotati di un pellegrinaggio spirituale il cui fine è riabbracciare un padre conosciuto attraverso la letteratura. L’immensa riconoscenza di Boccaccio rispecchia, anche e soprattutto, quella del regista che rivendica attraverso la voce di Castellitto tutta la propria gratitudine nei confronti di Dante.