di Giuseppe Tornatore, Italia, Belgio, Cina, Giappone, 2021, 150′
con Ennio Morricone, Marco Bellocchio, Carlo Verdone, Giuliano Montaldo, Vittorio Taviani, Gianni Morandi, Nicola Piovani, Ornella Vanoni, Roberto Faenza, Caterina Caselli, Joan Baez, Liliana Cavani, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Oliver Stone, Wong Kar-wai, Hans Zimmer, John Williams, Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore, Laura Pausini, Bruce Springsteen, Lina Wertmüller, Mike Patton.
Giuseppe Tornatore rende omaggio a Ennio Morricone, ripercorrendo la vita e le opere del leggendario compositore: dall'esordio con Sergio Leone fino al Premio Oscar per "The Hateful Eight". Analizziamo la vita del Maestro attraverso interviste a rinomati registi e musicisti, registrazioni dei tour mondiali, i video tratti da alcuni film e filmati esclusivi delle scene e dei luoghi che hanno definito la sua vita.
Filmtv.press - Tornatore è davvero bravo nell’illustrare le parole con esempi visivi e musicali: c’è grande pertinenza, chiarezza, capacità di coinvolgere. Si affrontano argomenti classici (la scissione tra canzonette e musica “seria”, il complesso di inferiorità nello scrivere “solo” colonne sonore) e altri controversi (i temi riciclati da un film all’altro; le proteste dei produttori per le colonne sonore improvvisate e atonali dei thriller anni 70, che pure sono una delle sue cose più moderne e durature). E si finisce prevedibilmente in gloria, ma è giusto così.
Sentieri Selvaggi - In questo contesto ha giocato un ruolo fondamentale la moglie Maria, che ha accolto e custodito con riservatezza le fragilità di un uomo e un musicista, permettendogli di poter esprimere il suo genio senza dover trascinare con sé le proprie incertezze. Una figura fondamentale eppure così dimessa, in ombra, metafora di un’intimità lasciata sullo sfondo, talmente privata da non potersi prestare nemmeno all’occhio più rispettoso. E la forza del documentario sta tutta nell’intimità del racconto in prima persona, nella commozione che fluisce dal ricordo, con una naturalezza spiazzante, nella memoria di ferro delle divagazioni musicali. Per Morricone comporre musica voleva dire difendersi dalla solitudine, affidando agli strumenti le proprie passioni interiori. Ecco allora che si chiarificano le ombre, che emergono i non detti: la delusione per quegli Oscar non vinti, non futili simboli di un successo mai rincorso, quanto una legittimazione all’esistenza di un uomo che ha consegnato se stesso ad ogni nota scritta.
MyMovies - Il pregio di Ennio, non solo dentro il genere documentario, risiede nella sua semplicità e chiarezza così difficili da raggiungere, ma ancor prima nel fatto che Tornatore abbia concepito la propria linea narrativa come una partitura musicale. Il montaggio aggraziato e puntuale di Massimo Quaglia e Annalisa Squillaci rende questa cavalcata di oltre due ore e mezzo tra film e pentagrammi uno svelamento seducente anche per non addetti ai lavori, che non si vorrebbe finisse mai, perché, tra aneddotica e archivio cinematografico, la musica e le sue leggi restano a fuoco.