di Domenico Procacci, Italia, 2022, 88′
con --
1976, dicembre: la finale della Coppa Davis è prevista a Santiago del Cile, tra i padroni di casa e l'Italia. Ma la squadra azzurra, capitanata da Nicola Pietrangeli, è oggetto in patria di un acceso dibattito pubblico e politico, che coinvolge, oltre alle piazze, membri del parlamento come personaggi dello spettacolo: partecipare alla competizione per tentare di vincere un trofeo ambito e mai conquistato o boicottare l'evento in segno di protesta rispetto alle violenze della dittatura militare, instaurata col colpo di Stato tre anni prima? I protagonisti di quella finale (più alcuni esperti), intervistati oggi, tornano su quell'evento sportivo, ognuno con la propria verità, dentro e fuori dal campo. Sono il campione Pietrangeli, cosmopolita e spavaldo, l'introverso, scostante, udinese Corrado Barazzutti, il gaudente Paolo Bertolucci da Forte dei Marmi, il viveur romano Adriano Panatta, figlio del custode del Circolo Tennis Parioli, e il suo concittadino borgataro e concreto Tonino Zugarelli. Diversi caratterialmente, uniti nella vittoria, da allora non più replicata.
Sentieriselvaggi.it Ci sono foto, articoli dei quotidiani e copertine di riviste d’epoca (tra cui Il Monello) e soprattutto le immagini in bianco e nero. Procacci crea un controcampo continuo/presente passato. I dialoghi si intrecciano tra loro, l’affermazione di uno viene rilanciata da un altro, oppure una domanda trova una risposta nello stacco successivo
Cinematographe.it Una Squadra si rivela un film toccante, comico e storico che crea il giusto bilancio tra emozione e storia. Domenico Procacci crea così un film corale in cui passato e presente si fondono creando una nuova dimensione, esattamente come i suoi personaggi che mantengono la loro individualità nel racconto facendo tuttavia emergere all’unisono la storia di una squadra simbolo dell’Italia.
Locchiodelcineasta.com In queste testimonianze spicca uno spirito libero d’altri tempi, come per esempio quello di Adriano Panatta che, il giorno della finale propose al suo compagno Paolo Bertolucci di scendere in campo con la maglia rossa. Era una provocazione, un gesto di protesta sconsiderato e inammissibile. Ma nessuno ne parlò. Forse perché le televisioni erano ancora per la maggior parte in bianco e nero? A dire il vero neppure il resto della squadra capì la portata di quel gesto apparentemente ingenuo ma pazienza, sospira Panatta. Certe cose si fanno ma non si spiegano.