di Paul Schrader, USA, Gran Bretagna, Cina, 2021, 112′
con Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan, Willem Dafoe, Ekaterina Baker
William Tell ha trascorso un decennio in prigione, dove si è letto a fondo le meditazioni di Marco Aurelio e ha imparato a contare le carte, ovvero a tenere traccia di ogni carta giocata durante una partita. Una volta uscito mette a frutto la sua abilità girando per i casinò d'America e partecipando a numerosi tornei di poker. Non si fa cacciare dai gestori dei casinò perché sa mantenere obiettivi modesti: punta poco, vince (e perde) poco, e s allontana quando il gioco si fa duro. Ma la prorompente La Linda, finanziatrice in cerca di un mago delle carte, gli propone di entrare a far parte della sua squadra e lo convince ad alzare la posta.
Quinlan.it L’inevitabilità della consequenzialità degli eventi, il fardello generato dagli errori del passato, l’espiazione, la provvidenza e la grazia. Tornano in Il collezionista di carte, tutte le ossessioni del cinema di Paul Schrader, declinate, questa volta, attraverso la metafora del gioco d’azzardo. Ma è nella sottotrama legata al passato militare del protagonista del film, un ottimo Oscar Isaac, che giace il demone di un peccato personale e collettivo, che non si può espiare se non rimettendolo in scena, per davvero.
Sentieriselvaggi.it Per Paul Schrader, ancora una volta, la strada morale è tortuosa e imprevedibile. Ma la sua scrittura si muove tra i dilemmi con la nitidezza di una parabola, segna il percorso con la forza inarrestabile del paradosso, mistero di ogni fede. E se il suo sguardo gioca su linee di tensione thriller, punteggiate da musica ossessiva, se arriva a impazzire nella prospettiva deformata delle scene di tortura, alla fine ritrova, sempre, la sua cristallina linearità. Fino a farsi lieve in una passeggiata di straordinaria dolcezza, in due mani che si toccano.
Ilcinematografo.it Con Il collezionista di carte il cineasta mette in scena un noir rarefatto, potente, in cui la luce è protagonista. Le tenebre degli esterni fanno da contraltare ai saloni abbaglianti dei casinò. L’unico momento di sincera umanità si svolge sotto un lenzuolo di lampadine al neon. Schrader è come sempre un maestro delle immagini. Le plasma, modifica, distorce, le porta al limite. Ma è anche il postulatore del trascendente, e qui ritrova la sua forma migliore. Filma una storia di demoni segreti, spinge i suoi personaggi a specchiarsi in un abisso senza redenzione.