di Sabina Guzzanti, Italia, 2021, 92′
con gli abitanti del palazzo.
In un palazzo nel centro di Roma, quartiere Esquilino, dal 2013 si realizza ogni giorno un complicato ed esemplare esperimento sociale: nei sette piani e diciassettemila metri quadrati di uno stabile occupato, in precedenza adibito a uffici statali, poi di proprietà di un fondo immobiliare, convivono centottanta nuclei familiari di venticinque nazionalità diverse: rifugiati politici, singoli indigenti, persone che per vari motivi si ritrovano senza casa. Questo autonominatosi "cantiere di rigenerazione urbana" ha due anime non sempre complementari: la parte superiore ospita gli alloggi, i cui occupanti si autoregolamentano attraverso turni di servizi comuni (pulizia, manutenzione, sicurezza) e riunioni a frequenza settimanale. Coordina l'associazione occupante Action, presieduta da Andrea "Tarzan" Alzetta, ex consigliere comunale di Roma e storico esponente della sinistra impegnato nella lotta per la casa.
Al termine Andrea Cegna, giornalista, ne parla con
- Andrea Alzetta, attivista di Spin Time, occupazione abitativa di Roma;
- Sara Travaglini, presidente di Darcasa, cooperativa sociale di Milano.
«La decisione di realizzare questo film viene da un'ispirazione quasi comica, improvvisa e intensa, dopo aver conosciuto il lavoro teatrale di Christina Zoniou e il gesto di disobbedienza civile dell'Elemosiniere del Papa, che riattaccò la luce a un palazzo occupato da 180 famiglie di indigenti. Lo slogan per pubblicizzare Spin Time potrebbe essere: i poveri come non li avete mai visti». [Sabina Guzzanti]
MyMovies.it - Grazie alla libertà della produzione indipendente, a una troupe leggera, e soprattutto al rapporto di fiducia con Andrea Alzetta (entrambi sono stati tra gli imputati, infine assolti nel 2021 dopo nove anni, per l'occupazione dell'ex Cinema Palazzo), Sabina Guzzanti porta la sua macchina da presa nell'edificio simbolo romano dell'esproprio come alternativa all'assenza di decisioni politiche, realtà incandescente, ricca di spunti narrativi. Una coabitazione-mondo che si fa osservatorio d'eccezione per illuminare e far esplodere molte contraddizioni del presente: oltre all'atavico problema degli alloggi ("il diritto alla casa è sacrosanto", si legge sullo striscione all'entrata), la precarietà abitativa e lavorativa date come realtà di fatto, emergenze sociali rispetto alle quali luoghi come Spin Labs indicano una soluzione, per quanto auspicabilmente transitoria, e non vergogne da nascondere, o peggio, boicottare.
Duels.it - l luogo attirò l’attenzione dei media, in particolare, quando staccarono la luce d’un tratto, e l’Elimosiniere del Papa, Konrad Krajewsi, decise, senza autorizzazioni, di riattaccare materialmente l’elettricità dell’edificio. Una provocazione, letteralmente edificante e illuminante. Una storia esemplare (che non a caso ha fatto il giro del mondo, a proposito di rivoluzioni), in cui spirito missionario e disobbedienza civile assumono il valore, simbolico e fattivo, di fare luce sulla povertà, nella sua forma più eclatante e stridente, la mancanza di un tetto dove dormire. E Guzzanti prende spunto da questa scintilla per raccontare uno spazio sociale che, nel centro di Roma, prova a riscrivere le norme della convivenza in un’autogestione resistente e non priva di imperfezioni e contraddizioni. Lo stabile occupato di sette piani ha una parte superiore abitativa, dove vivono famiglie di ogni provenienza, mentre i piani inferiori sono stati utilizzati per un progetto culturale variegato e controverso (internamente e per il mondo di fuori), che va dai corsi di ballo al teatro, dalla musica tecno al laboratorio di teatro.