di Elia Moutamid, Italia, 2020, 57′
con ELIA MOUTAMID, VALERIA BATTAINI
Un regista va in Marocco per un sopralluogo: vuole girare un documentario sui fenomeni urbanistici. Torna in Italia con del materiale, ma mentre sta per iniziare a girare il documentario arriva la pandemia. Tutto fermo. Tutti bloccati a casa per mesi. Sulla suggestione del materiale raccolto inizia una riflessione, un percorso autobiografico, completamente diverso dagli intenti iniziali. La quarantena forzata porta l'autore alla scrittura di un diario che procede tra incursioni nella cronaca, vicende personali e familiari, tra ironia e antropologia. Un arrovellamento, un confronto con un'entità, “Kufid”, che sconquassa vite ma non scalfisce stereotipi e pregiudizi, lasciando in sospeso questioni irrisolte. Il futuro sarà, “Inch'allah”.
Ospiti in sala il regista Elia Moutamid e Paolo Vitali, architetto.
NOTE DI REGIA di Elia Moutamid
Ero proiettato sulla preparazione di un altro film, completamente diverso, con una narrazione molto differente, ma la quarantena mi ha suggerito un'opzione-intuizione registica che mi ha immediatamente convinto. Un progetto confezionato artigianalmente ma professionalmente in casa, bloccato dalla quarantena forzata dove mi cimento in un esperimento registico stimolante da una parte, e pericoloso dall'altra: provare a raccontarmi e provare a raccontare l'esterno dall'interno delle mura di casa mia.
sentieriselvaggi.it - Kufid riesce nel suo intento di trasmettere soprattutto lo stato emotivo del suo autore. Il bombardamento di opinioni, di giudizi dei Mouatamid nella prima parte del documentario sono fondamentali per imporre allo spettatore una sorta di sospensione del giudizio: il regista ci chiede di stare a sentire le oscillazioni delle sue emozioni, la superiorità e il sicuro sarcasmo del primo momento, quando vede il virus come uno spauracchio, per poi scivolare nel timore e nell’angoscia quando costringe il fratello al ricovero. Come se a volte, per capire davvero il mondo attorno a noi, dovessimo per un attimo rinunciarvi. Abbracciare il vuoto per avere più presa sul pieno.
mymovies.it - Dalle immagini proposte (e anche dalle riflessioni sull’architettura della campagna padana) si avverte come il suo sguardo sul degrado urbanistico e sulla pretesa di risolverlo abbattendo gli edifici che fanno parte della storia delle persone, per sostituirli con palazzoni più o meno anonimi, sia acuto e assolutamente consapevole.
FilmTv.it - Superando riflessioni sulla gentifricazione, l'urbanistica modificata, l'assetto nuovo di città di cemento e il rapporto tra ricchi e poveri nella speculazione architettonica e nel recupero di aree culturali, Elia racconta anche lo scollamento di vivere in due realtà cosi diverse, Brescia e Fes. Lo scenario suburbano, nel caso della prima, aggredita da monoliti di cemento, col culto della posa, della gettata, del prefabbricato, mentre nella seconda la ricostruzione col nuovo denaro e l'interesse dell'occidente ha sradicato usanze, costumi costringendo la popolazione locale, li da generazioni, a vendere per una pipa di tabacco e a spostarsi altrove.