di Guillermo Del Toro, Canada, Messico, Usa, 2021, 150′
con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Tim Blake Nelson
Negli Stati Uniti d'inizio anni '40, Stan, uomo senza averi e dal passato doloroso, si unisce a un luna park ambulante, dove impara i trucchi del mestiere dalla veggente Zeena e da suo marito Pete. Sedotta la giovane Molly, il cui numero consiste nel resistere alle scariche elettriche che le attraversano, parte con lei verso la grande città. Ambizioso e avido, diventa il Grande Stanton, indovino e sensitivo che col suo numero di pseudo occultismo seduce uomini ricchi e potenti e li convince di poter comunicare coi loro morti. Incontrerà una psicologa ancora più spietata e calcolatrice che forse potrebbe essere la sua avversaria più temibile ....
Ha dichiarato il regista: "Ero molto interessato a una storia sul destino e sull'umanità. Stanton Carlisle è un uomo a cui vengono dati tutti gli elementi per cambiare la sua vita. Ha persone che credono in lui, che lo amano e si fidano ciecamente. Eppure, la sua spinta e la sua arroganza sono talmente forti da farlo presto deviare dai suoi binari. Questo è il primo dei miei film che, pur avendo un'atmosfera magica, non è lontano dal mondo reale: è infatti ambientato in una realtà identificabile e immediata. Nessun uomo può sfuggire a se stesso: è questo uno dei temi portanti del romanzo, che ho visto come autobiografico e fatalistico". LEGGI L'APPROFONDIMENTO DI FILMTV.IT
Quinlan.it - Il viaggio di del Toro attraverso il noir non è solo una dichiarazione d’amore cinefilo, e nemmeno si limita a un sentito omaggio per Gresham, ma è la conferma di una necessità espressiva, il riappropriarsi in maniera eclatante di una messa in scena stratificata, esteticamente densissima, capace di indagare la realtà con tutti i mezzi possibili, anche apparentemente contrastanti e inconciliabili come l’espressionismo e il realismo1. La fiera delle illusioni – Nightmare Alley non contrappone luci e ombre, semplicemente le mescola, le rende indivisibili, ricordandoci le mille sfumature dell’animo umano, del destino, delle (nostre) scelte.
MyMovies.it - La fiera delle illusioni sembra un film d'altri tempi: lungo due ore e mezza; ricco nella produzione ma non stratificato nello sviluppo; immerso in atmosfere propriamente cinematografiche (il noir, per l'appunto, ma anche il dramma psicologico, la parabola morale); metaforico eppure diretto.
FilmTv - Il cinema è un sogno, un treno, il reale è sempre noir, vero e verista, come la pece. E se la visione del mondo è cupa e determinista, se tutto è già scritto, se siamo nel cul de sac di un narciso allo specchio, se la tagliola morale è contro l’uomo che osa, che sfrutta la mera ricerca di conferme del pubblico, Del Toro si gode, semplicemente, il suo viaggio in treno, ovvero il cinema, per quello che è: in confronto al film del 1947 la sua fiera delle illusioni è bigger, longer e uncut, filologica nei confronti del genere ma ricoperta d’oro per giocare con l’aura del tempo che fu e per gioire del cast, abitata da star dietro ogni freak, da un grande attore in ogni ruolo minuscolo. È un film che cerca il cinema per il cinema, la gioia di una casa di spettri già visitata, il perdersi tra le immagini che ottundono il mondo, il piacere di attraversare un patetico sogno destinato a fallire.