Peterloo

Peterloo, Mike Leigh

Peterloo

di Mike Leigh, Gran Bretagna, 2018, 151
con Rory Kinnear, Maxine Peake, Pearce Quigley, David Moorst, Rachel Finnegan

Peterloo, Mike Leigh

Trama

Il giovane trombettiere Joseph sopravvive miracolosamente alla sanguinosa battaglia di Waterloo e torna a casa, a Manchester, dalla sua famiglia di umili operai. Ma un'altra battaglia si prepara da quelle parti: quella del popolo inglese del dopoguerra, ridotto alla fame dalla disoccupazione e dalla tassa sull'importazione del grano e trattato con a ferocia e ingiustizia da una magistratura ecclesiastica arrogante e violenta. Giovani radicali e meno giovani riformisti moderati prendono a riunire folle sempre più numerose, pronte a domandare in piazza il diritto di voto che la Costituzione prevede per loro. Il governo di Londra, informato dei fatti, si prepara invece a difendere i propri privilegi, affilando le armi.

Regia

Mike Leigh

Cast

Rory Kinnear, Maxine Peake, Pearce Quigley, David Moorst, Rachel Finnegan

Durata

151′

Paese di produzione

Gran Bretagna

Anno di produzione

2018

Calendario

giovedì 11 aprile 2019
h: 20:30
sabato 13 aprile 2019
h: 20:00
domenica 14 aprile 2019
h: 20:30
Film in lingua originale sottotitolato
martedì 16 aprile 2019
h: 21:30
mercoledì 17 aprile 2019
h: 21:30

Recensioni

filmtv.press.

Sorprendente produzione BFI, Peterloo è il prequel di Il giovane Marx e il sequel di La favorita. Set a Manchester, nord Inghilterra. Partì proprio lì, nel Settecento, un’economia di mercato con la corona in testa che sfruttava scientificamente latifondi, operai, carestie, colonie, tecnologia e disoccupazione. A Manchester Engels studiò le fabbriche tessili di famiglia e la nascita dell’antagonismo proletario, diventando nemico del Capitale e amico di Marx. Peterloo radiografa l’anima stragista della rivoluzione industriale: nei momenti di crisi acuta, e se la ghigliottina minaccia, l’odio di classe istiga le mosse più ciniche e illiberali. Londra non coordina forse, e saggiamente, grazie alla regina Anna, avidità agrarie e finanziarie, scienza politica imperialista, nazionalismo e repressione? Dopo Waterloo, la Bastiglia in fumo terrorizza ancora re Giorgio III, all’ultimo stadio di una pazzia coccolata da funzionari funzionali al suo squilibrio mentale. I giudici mandano a morte ladruncoli e spediscono a Sydney teste calde. L’habeas corpus è sospeso. I “Riot Act” reprimono. Le “Corn laws” protezioniste sbarrano il grano d’esportazione e fanno lievitare il prezzo del pane (Trump?). La stampa trasforma in truce terrorismo una patata gettata contro la carrozza del re. Le truppe di Wellington son degradate a celerini. Il film, dal ritmo incalzante, filologicamente corretto, secondo la tradizione, per scene, costumi e parrucche, adotta uno sperimentale stile reportage. Come pensa e manovra, minuto per minuto, il “comitato d’affari della borghesia”? È il secco spirito rosselliniano della Comune di Parigi di Peter Watkins, a sorprenderci. Mike Leigh, di solito, è più direttamente sanguigno, punk e irriverente. Qui viviseziona glaciale le ferite rimosse del massacro di St. Peter’s Field del 16 agosto 1819: “Peterloo”, in assonanza sarcastica con Waterloo. Terrorizzò la ricomposizione proletaria: un gigantesco corteo di operai e operaie tessili del Lancashire, impoveriti dalla crisi e da leggi ad hoc che la fanno pagare ai più deboli, fu fiancheggiato da contadini e artigiani infuriati, ma disarmati, più i figlioletti. 80 mila persone, organizzate da sindacalisti e da donne rivoluzionarie con il sostegno della stampa conservatrice. Hunt, leader riformista londinese, chiede in piazza pane e suffragio universale, visto che nella popolosissima zona notabili eleggono solo notabili. Prefetti, re, polizia, spie, giudici e padroni usano intercettazioni illegali, provocazioni e teppisti per isolare gli estremisti e picchiare tutti gli altri, facilitati anche dalle rigidità etiche della sinistra moderata di origine borghese (no alle armi!). I pericolosi sanculotti son dispersi a sciabolate. Dalla finestra i boia ammirano. 15 morti, oltre 600 feriti, bimbi compresi, è la foto in 4K della più invidiata democrazia liberale. Leigh, veterano del cinema di combattimento, tocca il vertice della sua arte sfottente. Più sembra distante, più il suo cuore pulsa. Perché è di Manchester, racconta le sue radici. E scova in quella criminale operazione di “pulizia etnica”, commuovendoci, la prassi razzista odierna di multinazionali e succedanei contro i proletari vaganti del mondo. 

mymovies.it.

Peterloo parla anche al presente, in più di un modo. È il ricordo del lungo e sacrificale cammino che ha portato alla democrazia contemporanea, alle libertà e ai diritti civili che tutela, ma è anche impossibile non leggere, tra le immagini di piazza di quell'estate di due secoli esatti fa, eventi assolutamente più recenti: ragazzi, ragazze, signore, giornalisti, tutti disarmati, presi a spintoni e bastonate, impossibilitati a mettersi in salvo per il blocco delle vie di fuga. "Qualcosa cambierà e qualcosa rimarrà sempre uguale" afferma il vecchio padre di Joseph, tentando di immaginare il futuro, alla vigilia della grande manifestazione. E infatti qualcosa permane: oggi come allora una patata scagliata per protesta contro la carrozza del potere ci mette un attimo a diventare, nel passaparola popolare quanto in quello ufficiale, una pietra, poi due proiettili, financo una cannonata. E Leigh dedica una grande parte del film all'arte della parola e alle sue degenerazioni, non solo per distinguere i danni dei discorsi non verificati dalla missione del buon giornalismo ("Dovremo raccontare i fatti di oggi nei minimi dettagli", dice il cronista londinese ad un collega, sui resti della carneficina, ed è possibile che il regista abbia obbedito alla stessa dichiarazione d'intenti), ma anche e soprattutto confrontando l'oratoria dei radicali con la retorica dei rappresentanti del regime.

Entrambi le parti, all'epoca, necessitavano del ricorso ad un'esposizione orale per immagini quanto più vivida e ardita possibile, ma erano i loro scopi a differire. Il cinema mentale dei potenti dell'ancient régime era compiaciuto e feroce, formale e aggressivo. Quello degli oratori del popolo poteva apparire esagerato, ma serviva a far sognare un modo più giusto.

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