Gostanza
da
Libbiano

Gostanza da Libbiano

Trama

San Miniato al Tedesco nel Granducato di Toscana, novembre 1594.

Monna Gostanza da Libbiano è una contadina di sessant’anni che esercita da sempre il mestiere di levatrice e di filatrice. Ma le sue altre attività, soprattutto quella di “misurare i panni ai malati per conoscerne i mali”, mettono ben presto in allarme le autorità ecclesiastiche locali. A seguito di alcune denunce anonime, e per ordine del vescovo di Lucca, l’anziana donna viene arrestata con la grave accusa di stregoneria.

Dopo lunghi ed estenuanti interrogatori, piegata da ripetute torture, Gostanza cessa di proclamare la sua innocenza per entrare nel personaggio della strega. Da grande affabulatrice, con la vivezza delle immagini evocate, soggioga e ammalia gli inquisitori, provocandoli fin nelle loro più segrete frustrazioni sessuali.

Ma ecco apparire, sulla scena processuale, il Grande Inquisitore di Firenze, padre Dionigi Costacciaro. Davanti al terribile vecchio Gostanza finirà per crollare...

Regia

Paolo Benvenuti

Sceneggiatura

Stefano Bacci, Paolo Benvenuti, Mario Cereghino

Fotografia

Aldo Di Marcantonio

Costumi

Marta Scarlatti

Suono

Fabio Melorio

Cast

Lucia Poli (Gostanza), Valentino Davanzati (monsignor Tommaso Roffia), Renzo Cerrato (padre Dionigi da Costacciaro), Paolo Spaziani (padre Mario Porcacchi da Castiglione), Lele Biagi (il notaio Vincenzo Viviani), Nadia Capocchini (Lisabetta di Menicone), Teresa Soldaini (Dianora)

Genere

Storico / Drammatico

Paese di produzione

Italia

Anno di produzione

2000

Durata

92′

Formato

DCP

Premi

Locarno International Film Festival 2000 | Vincitore: Swissair/Crossair Special Prize, Menzione speciale: Youth Jury Award | Svizzera
Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani 2001 | Candidato: Migliore attrice | Italia
International Film Festival Rotterdam 2009 | Olanda
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Note
di
Regia

Che dire agli spettatori, soprattutto ai giovani, che oggi, nel 2024, guardano questo mio film girato esattamente un quarto di secolo fa? Direi quello che pensavo di voler fare allora e che ritengo valido ancora oggi. Direi cioè che questo Gostanza da Libbiano è innanzitutto un film sull’affabulazione, cioè sul potere della parola, sulla straordinaria capacità che ha la parola di evocare immagini in chi ascolta. Vorrei che ciascuno, stimolato soprattutto dal lavoro di questa grande attrice che è Lucia Poli e dal lavoro di questo film “antico”, veda la Città del Diavolo, veda Gostanza fare all’amore col demonio, la veda mentre succhia il sangue ai bambini dall’ombelico, la veda volare di notte su strani animali con altre donne streghe come lei... Questo vorrei che accadesse, come quando da bambini ci raccontavano le favole e vedevamo tutto!

Oggi questa capacità affabulatoria si è perduta e io lavoro contro i meccanismi che fanno perdere la capacità di immaginare. I bambini oggi crescono nevrotici perché gli è stata strappata la fantasia.

Paolo Benvenuti

Recensioni

La visione di Gostanza da Libbiano, prima ancora di essere un invito alla discussione per la ricchezza dei temi e delle suggestioni che suggerisce e costituire uno stimolo per accendere la curiosità storica di ogni spettatore attento, è un’esperienza forte.

Il film non offre alcuna concessione a sbavature sentimentali, o a toni da altisonante drammaticità teatrale: la tragedia si consuma in ritmi lenti e pacati, scandita da dialoghi che intrecciano voci dalle sonorità profonde e composte, a volte sommesse.

Gostanza da Libbiano è la traduzione-trasposizione cinematografica fedele - e direi quasi filologicamente sorvegliata - degli autentici Atti del processo per ‘stregoneria’, che una donna di nome Gostanza, esperta nel curare con le erbe e altri rimedi naturali, subì tra novembre e dicembre nel 1594 tra Lari e San Miniato.

Il film segue una parabola che dalla forza sconvolgente e insidiosa dei racconti di una donna coraggiosa e fiera giunge al depotenziamento dell’immagine di strega attraverso la dichiarazione di follia. La negazione della ‘potenza’ della strega include così la negazione della donna, del suo ruolo, della sua identità, l’annullamento delle sue risorse vitali, lo sconvolgimento dei suoi equilibri: non potrà più abitare la sua casa, la sua piccola comunità di donne vedove, sole e operose come lei, non potrà esercitare la sua arte che è anche il suo mestiere, il mezzo per sostentarsi. A Gostanza si risparmia il rogo, ma la cancellazione della sua identità cui la sentenza - apparentemente clemente per i tempi - aspira, sembra ridurre comunque in cenere tutta la sua esistenza, vanificare la fatica di una collocazione sociale conquistata con lacrime e sangue.

Potenza della strega, impotenza della donna, di Rossana Barcellona, tratto da Arabeschi - numero 4 - luglio-dicembre 2014

 

Materiali
scaricabili

Calendario
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giovedì 13 giugno 2024
Castello dell'Imperatore - Piazza Santa Maria delle Carceri - Prato

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