di Jean-François Laguionie, Francia,Lussemburgo, 2019, 77′
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Un anziano principe naufraga su una spiaggia sconosciuta. Ferito e smarrito, viene ritrovato dal giovane Tom e accolto dai suoi genitori, due accademici che sono stati esiliati dalla comunità scientifica perché hanno osato credere nell'esistenza di altre civiltà. Guidato dal suo nuovo amico Tom, il principe scopre con entusiasmo la società in cui vive il ragazzo, che in realtà è piuttosto seria e rigida. Nel frattempo, i due studiosi sognano di convincere l'Accademia della veridicità della loro tesi precedentemente rifiutata: altre civiltà esistono.
Al termine gioco condotto da Cooperativa Aeris, nell'ambito di Sai 29 (sistema accoglienza e integrazione).
In collaborazione con Offerta Sociale e La Grande Casa
Rivolto a ragazzi 11 - 14 anni, genitori/insegnanti/educatori
Ciakmagazine - La società iperproduttiva e consumista delle scimmie “occidentali”, e altri modelli di civiltà in cui ci imbatteremo, sono allegorie immaginifiche che riservano più di una sorpresa (e di uno spunto satirico), al passo felpato di un racconto dal ritmo piacevolmente lieve. Dove la voce narrante del principe non diventa mai pesantemente didattica o didascalica, bensì tende a favorire la nostra identificazione con quel punto di vista “altro”, circondato dagli sguardi e dai pregiudizi altrui, che è la condizione del personaggio in questo film.
Sentieri selvaggi - Da sempre l'animazione racconta storie ricche di colori ed emozioni; avventure al limite dell'immaginifico che conquistano con la loro poesia, intelligenza e umanità. Su queste note si poggiano le tematiche principali de Il viaggio del Principe: una favola diversa, più incentrata sull'avventura interiore che quella fisica, più improntata sull'intellettuale che sull'intrattenimento scenico.
Mymovies - Come ha detto lo stesso Laguionie, «mai come alla fine del XIX secolo l'uomo si è sentito superiore alla natura e a tutti quelli che, secondo il suo punto di vista, non avevano raggiunto lo stesso grado di evoluzione». Da qui l'idea di raccontare nel film uno scontro di civiltà che ricorda da vicino analoghe atmosfere dell'animazione giapponese (non solo Miyazaki, ma anche Katsuhiro Otomo) e si presta a diventare una riflessione sul destino dell'umanità e sui limiti della conoscenza.