di Roy Andersson, Svezia, 2019, 76′
con Martin Serner, Jessica Louthander, Tatiana Delaunay, Anders Hellström, Jan Eje Ferling.
Una sovrapposizione poetica di quadri che catturano momenti di vita. Alcuni dei personaggi ritratti sono Adolf Hitler, una direttrice marketing, una donna che ama lo champagne e un prete. La narrazione è guidata dalla voce calda di una donna, una sorta di Scheherazade (delle Mille e una notte) che racconta la storia dell'umanità e invita gli spettatori a riflettere sulla preziosità e la bellezza della nostra esistenza.
Mymovies - Recensire questa nuova prova di Roy Andersson richiede un doppio parametro di valutazione. Infatti se questo film fosse quello di un autore che giunge come noto più che altro ai cinefili doc alla Mostra di Venezia con la sua nuova opera stupendo critica e pubblico, l'adesione non potrebbe che essere entusiastica. Tutto ciò è però già avvenuto nel 2014 con Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza vincitore del Leone d'Oro.
FilmTV - Nel cinema di Roy Andersson si vede l’umanità ridotta a figura intrappolata nello spazio: sbiadita, inghiottita dalla polvere posatasi sui vestiti e sulla pelle. «Ho visto un uomo…» dice la voce narrante di Sulla infinitezza introducendo il primo dei tanti tableau vivant di cui film è composto. «Ho visto una donna…», continua, e poi un giovane, due genitori, una coppia, un altro uomo con la figlia, un’altra donna, pure un esercito in ritirata… Figure.