di Jan Komasa, Polonia, Francia, 2019, 111′
con Aleksandra Konieczna, Bartosz Bielenia, Eliza Rycembel, Leszek Lichota, Lukasz Simlat, Tomasz Zietek
Corpus Christi è la storia di Daniel, un ventenne che sperimenta una trasformazione spirituale mentre vive in un centro di detenzione giovanile. Vuole diventare sacerdote, ma questo è impossibile a causa della sua fedina penale. Quando viene mandato a lavorare in un laboratorio di falegname in una piccola città, all'arrivo si veste da sacerdote e accidentalmente prende il controllo della parrocchia locale. L'arrivo del giovane, carismatico predicatore è un'opportunità per la comunità locale di iniziare il processo di guarigione dopo una tragedia
Quinlan.it - Jan Komasa costruisce un film non contro la religione, bensì contro i dogmatismi, contro una religione sclerotizzata e asservita al potere, con il modello dichiarato dal regista de Le onde del destino di Lars von Trier, con quelle campane celestiali che si manifestano alla fine. Centrale in questo senso è anche la figura del sindaco, pure giovane, che utilizza la chiesa come strumento di propaganda. Condizione contro la quale Daniel comincia a ribellarsi. La figura di Damien è quella di un autentico pastore, più vicino alla concezione protestante che non a quella della religione cattolica profondamente radicata in Polonia.
FilmTv - Ispirandosi a un fatto realmente accaduto, la terza regia di fiction del polacco Jan Komasa, prima di The Hater, riflette sulla contraddizione umana e più politicamente sull’uso del potere che alcuni ruoli (parroco, sindaco) esercitano, in contrasto con le aspettative. Nel riverbero di una piccola comunità, solo apparentemente pacifica e osservante, affiora la lacerazione del singolo e di una nazione intera, cattolica e intransigente, che ha rilevanza universale.