di Benoît Delépine, Gustave Kervern, Francia, 2020, 106′
con Blanche Gardin, Denis Podalydès, Corinne Masiero, Vincent Lacoste, Benoît Poelvoorde.
In un quartiere periferico seguiamo le vicende di tre vicini di casa alle prese con il mondo dei social media. Marie, che vive da sola dopo che il figlio adolescente è andato a vivere con l'ex marito, si trova coinvolta nel tentativo di far cancellare dalla rete un video che la riprende in attività sessuale. Bertrand, che non sa resistere alle chiamate di una certa Miranda che chiama da un call center, al contempo cerca di proteggere la figlia che è vittima di cyberbullismo. Christine, che ha perso il lavoro a causa della sua dipendenza dalle serie tv, si è messa ora nel giro del trasporto Uber ma ritiene che la valutazione che le viene attribuita sia nettamente inferiore alla qualità delle sue prestazioni come autista. Da soli hanno poca speranza di ottenere risultati positivi. Ma se si coalizzassero?
Quinlan.it - La prima metà di Imprevisti digitali è un fuoco di fila di situazioni comiche, intuizioni e idee brillanti, sia nella descrizione della quotidianità dei tre che nel mondo che li circonda (il rider agé e sfiancato dalla fatica che porta le casse d’acqua a casa di Marie e rischia di essere rovinato perché il caffè ha sporcato il suo foglio di consegna: la sua uscita di scena, disperato e inconsolabile, dice più sullo stato delle cose nell’occidente malato di capitalismo e privo di protezioni sociali di quanto non possano fare molti studi sull’argomento). Tra l’ossessione di Bertrand per la voce di una centralinista che dice di telefonargli dalle Mauritius per vendergli una nuova veranda – le Mauritius sono il luogo di nascita di Kervern –, e la monetizzazione di ogni singolo gesto, nella ricerca disperata di economizzare anche il minimo centesimo, i due registi colgono in profondità il senso di instabilità e mancanza di obiettivi che rappresenta il minimo comun denominatore della classe media progressivamente spogliata di ogni bene e ridotta a essere proletariato da un giorno all’altro.
FilmTv - No, non è una commediola francese di equivoci sentimentali. Molto meglio il titolo originale, Effacer l’historique - “Cancellare la cronologia” - ma poi chi andava a vederlo? È un film che parla di video di gattini. Cyberbulli. Pacchi tracciabili. Compravendita dei like. Mercato dell’usato su internet. Call center. Numeri verdi a pagamento. Sextortion. Algoritmi. È un film che parla del mondo minimo, vischioso e ridicolo in cui siamo immersi. L’irrealtà in cui i media non esistono più, come diceva Ruggero Eugeni in La condizione postmediale, perché ormai la realtà sono loro. Ma dove la vita quotidiana continua ad avere il suo peso e tirare la fine del mese è difficile, tra mutui e anticipi.