di Giorgio Diritti, Italia, 2020, 123′
con Elio Germano, Oliver Ewy, Leonardo Carrozzo, Pietro Traldi, Orietta Notari.
Antonio è figlio di emigranti. Dopo la morte della madre viene affidato ad una coppia svizzero-tedesca ma i suoi problemi psicofisici lo porteranno all'espulsione. Viene mandato a Gualtieri in Emilia, luogo di cui è originario l'uomo che è ufficialmente suo padre. Qui vive per anni in estrema povertà sulle rive del Po fino a quando lo scultore Renato Marino Mazzacurati lo indirizza allo sviluppo delle sue naturali doti di pittore.
Mymovies.it. Fa indubbiamente effetto assistere a pochissimi giorni di distanza dalla morte di Flavio Bucci a un film che ha al centro la sofferta vita di Antonio Ligabue. [...]
Diritti, grazie alla prestazione di Germano, ci racconta una vita dolorosa che dà luogo a un'arte in cui la vivacità cromatica è coinvolgente.
Chiunque abbia visitato una mostra dedicata al grande pittore sa (e Diritti ce lo ricorda sui titoli di coda) quanto l'esplosione di forme e di colori ne costituisse il polo d'attrazione. Quasi che divenissero per lui strumento indispensabile per sfuggire alle sofferenze di un'esistenza marchiata dai disturbi mentali e dalla derisione.
Perché Diritti non traccia un ritratto agiografico del mondo rurale. Non giudica ma neppure assolve i tanti che, per ignoranza o insensibilità, mettevano alla berlina il matto e ne disprezzavano l'opera. Così come sa inquadrare con tenerezza quei pochi, uomini e donne, che seppero chinarsi su di lui e comprenderne il tormento ma anche la grandezza.