di Jurgen Böttcher, DDR, 1990, 99′
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Un film sugli ultimi giorni del Muro di Berlino nel centro della città intorno a Potsdamer Platz e alla Porta di Brandeburgo, in cui lo smantellamento del muro pervade i sensi. Il film più rappresentativo sulla caduta del Muro in cui le immagini sono mostrate sullo sfondo acustico di macchine edili, masse curiose e l'arrivo inarrestabile dei media. Die Mauer riflette l'anima di Berlino in quei giorni di cambiamento.
Il film sarà introdotto e commentato dal Prof. GIAN PIERO PIRETTO già docente di Cultura Russa presso Università degli Studi di Milano.
Modera Saul Stucchi, Alibionline.it
In collaborazione con Associazione Amici della Biblioteca di Mezzago.
Prof. Gian Piero Piretto, biografia sintetica:
Dopo la laurea in Lingue e letteratura russa all'Università di Torino, Gian Piero Piretto, classe 1952, ha ricoperto incarichi di insegnamento nelle università di Bergamo e Parma. Dal 1994 al 2018 è stato docente di cultura russa e metodologia della cultura visuale all'Università Statale di Milano. Oltre che traduttore, per vari editori, delle edizioni in lingua italiana di opere di Čechov (Teatro, I racconti della maturità), Okudþzava (Arbat mio Arbat), Popov (Strane coincidenze) e Gavrilov (Alle soglie della vita nuova), ha firmato importanti studi sulle città russe nella storia della letteratura (Derelitti, bohemiens e malaffari. Il mito povero di Pietroburgo, Da Pietroburgo a Mosca). Il suo ambito privilegiato di ricerca, nondimeno, è la storia della cultura sovietica: nei suoi saggi attinge a un vasto corpus di apparati iconografici e musicali, con un approccio parimenti attento sia alla propaganda politica nell'età staliniana (Gli occhi di Stalin) che alla cultura di massa dell'ex-CCCP (Il radioso avvenire. Mitologie culturali sovietiche, La vita privata degli oggetti sovietici, Indirizzo: Unione sovietica. 25 luoghi di un altro mondo). Nel 2014 ha curato Memorie di pietra, un volume scritto a più mani che prende in esame la monumentalità totalitaria a partire da una serie di casi architettonici. Nel 2018 ha pubblicato Quando c'era l'URSS. 70 anni di storia culturale Sovietica, riedizione rivista e arricchita del precedente Il radioso avvenire che ripercorre l'epopea sovietica dagli albori al declino.
"PRENDERE POSIZIONE
Die Mauer di Jürgen Böttcher è un film straordinario. Si potrebbe dire che è un tentativo di cinema-cinema, cioè la creazione di qualcosa di indipendente da questa o quell’arte. Allo stesso tempo, si riscontra una specie di stratificazione, la presenza di più livelli di lettura.
Fin da subito, ci si rende conto che l’autore opta per scelte formali che configurano quanto filmato – gli ultimi giorni del muro di Berlino – come una esperienza sensoriale (la formazione dell’autore è pittorica). Per esempio: la macchina da presa indugia molto sulla superficie della costruzione, e quindi su elementi come scritte e disegni, mentre tutt’intorno sentiamo, come fosse leitmotiv, il rumore del continuo smantellamento (martelli, scalpelli ed altro).
C’è poi l’osservazione di quanto accade. Böttcher, e con lui il suo direttore della fotografia, Thomas Plenert, decidono di non seguire la gente ma di intercettarne atti e commenti, tanto quotidiani quanto improvvisati. Qui, si possono notare due caratteristiche: la mancanza di commento verbale e la predilezione per un approccio, diciamo, spontaneista, che però non spettacolarizza nulla. In merito, come Rossin giustamente dice, si può citare il momento sul tetto, in cui non vediamo il concerto di Roger Waters perché l’autore, politicamente, «preferisce filmare il lavoro umile ma necessario di due spazzacamini.»
Infine, si potrebbe parlare di un terzo piano del discorso, cioè quello storico, dal momento che nel film il muro diventa schermo in cui si proiettano determinate immagini della storia. Qui, Rossin commenta: «l’uso dell’archivio per dare al contempo uno strato di auto-riflessività al film e una profondità storica abissale alla caduta del muro ben al di là della cronaca e dei 50 anni della storia della DDR, andando fino a Weimar e alla Germania guglielmina, passando per Hitler: tutto questo ne fa un film che si sbarazza rapidamente dell’attualità per lavorare nell’immaginario intemporale, nel mito e nell’eterno ritorno delle rovine.»". Gianluca Pulsoni, il manifesto
✮ 1989 | 2019 - TRENT'ANNI SENZA MURO ✮ Rassegna itinerante distribuita da Reading Bloom e curata da Federico Rossin e Alessandro Del Re. Il progetto cerca di restituire al pubblico un fedele spaccato di vita nell'ex DDR a cavallo del 1989, anno decisivo per le sorti della recente storia tedesca ed europea. La rassegna si avvale della collaborazione del Goethe-Institut Italia, di CINEMAZERO e del Festival di Cinema del Reale "Le Voci dell'Inchiesta"; rientra inoltre nel quadro del progetto di diffusione del cinema documentario "Doc Friendly".