di John Chester, Usa, 2018, 91′
con John Chester, Molly Chester
John è un cameraman che gira per il mondo per riprendere grandi scenari naturali. Sua moglie Molly è una cuoca e blogger specializzata in cucina salutare a base di materie prime coltivate e allevate con tutti i sacri crismi. Il loro sogno è costruire una fattoria da fiaba, dove far crescere animali e piante in perfetto equilibrio con la natura. E la spinta finale per decidersi a fare il grande passo viene loro da un cane, il trovatello Todd, che abbaia tutto il giorno quando i padroni sono fuori casa e costa alla coppia uno sfratto esecutivo dalla loro casetta di Santa Monica.
È l'inizio di una grande avventura: John e Molly acquistano 200 acri di terreno abbandonato a un centinaio di chilometri da Los Angeles e decidono di diventare coltivatori e allevatori, puntando alla massima varietà e diversificazione delle specie animali e vegetali in un habitat - la California rurale - rassegnato alle monoculture intensive. Il loro mentore è Alan York, un consulente-guru che impartisce loro lezioni di ecocompatibilità (e di vita). Sembra tutto bellissimo, ma il terreno è arido e, una volta avviate le colture e acquistato il bestiame (spendendo in sei mesi il budget preventivato per il primo anno) arrivano puntuali quei "flagelli" cui i contadini sono abituati da sempre: siccità, parassiti, animali predatori e chi più ne ha più ne metta. John e Molly combattono a botte di consigli zen del loro maestro e di ricerche su Internet, ma spesso le sfide sono superiori alle loro forze. Riusciranno a mantenere vivo il loro dream project?
Sabato 12 ottobre alle 20 il film sarà presentato e commentato da Tommaso D'Errico, autore del libro Un anno di Vita in Montagna.
Web - Al ritmo delle stagioni
Mymovies.it - Una qualità filmica altissima per un magnifico trattato di sopravvivenza con la natura.
(...) quel che fa la differenza, dal punto di vista strettamente filmico, è la qualità iper professionale delle riprese da National Geographic che usano il time lapse e la fotografia al microscopio in modo puntuale e mai autocompiaciuto, mescolate a semplici (ma mai sciatti) home movies e a sequenze in animazione. E fanno la differenza il montaggio veloce e la sceneggiatura (scritta a valle, non a monte), entrambi di grande efficacia narrativa. La fattoria dei nostri sogni fa venire voglia di "attingere a quel potere naturale che si può cavalcare" senza esercitare la nostra arroganza di homines sapientes, invitandoci a considerare i fallimenti come carburante, e la precarietà della vita come fonte di energia infinitamente rinnovabile.
Lifegate.it - Tutt’altro che una favoletta, il racconto non censura le enormi difficoltà e gli imprevisti, talvolta catastrofici, che possono spazzare via anni di lavoro e destabilizzare anche gli animi più tenaci. Un aspetto messo in chiaro da subito nel film, che apre con un flash forward, mostrandoci una fattoria già avviata, improvvisamente messa a rischio dai terribili incendi che hanno devastato la California. “La vera sfida per me è stata la decisione di filmare anche tutti i problemi che stavamo vivendo e gli errori che abbiamo commesso”, ammette il regista. “Ho dovuto mettere da parte il mio orgoglio ma sono felice del risultato finale, perché il film è molto più credibile e coinvolgente”.
Film Tv - battendosi con una natura «che non collabora», con una sequela d’imprevisti contro cui s’infrangono le migliori intenzioni e le più idealistiche convinzioni, John, Molly e il loro documentario trovano un’altra pelle, si scansano dalla semplice favoletta edificante per fotografare un equilibrio delicato e complesso, trovando un’efficace similitudine del macro (il pianeta) nel micro (la fattoria).