di Francesco Sossai, Italia, Germania, 2025, 100′
con Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla, Roberto Citran, Andrea Pennacchi
Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni, hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all’altro, si imbattono per caso in Giulio, un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro.
Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.
Le città di pianura nasce in una notte d’inverno di quasi dieci anni fa, dopo aver preso una grandissima sbronza a Venezia con un mio caro amico. Quella notte abbiamo incontrato un giovane studente di architettura dello IUAV di Venezia ed è nata una grande amicizia. La mattina dopo, per scherzo, gli abbiamo parlato di un film – Le città di pianura, appunto – su due uomini che partivano dalle montagne per andare a bere l’ultima a Venezia.
Insomma, questo film è nato un po’ per scherzo, intorno a tre temi fondamentali: l’alcol, l’amicizia, l’architettura.
Francesco Sossai
Duellanti - La scrittura di una mappa interiore, come l'ha definita lo stesso Francesco Sossai, bellunese alla ricerca delle proprie radici, è al cuore di Le città di pianura (visto al Certain regard di Cannes78), film su una condizione che da personale tramuta in universale un sentimento profondo verso la terra originaria, mentre il mondo è fotografato in una fase irreversibile di transizione e smaterializzazione.
Mymovies - l film ha il ritmo lento e girovago di una ballata country, i cui protagonisti sono contrari a Google Maps e preferiscono disegnarsi il percorso sui foglietti di carta: ma per Giulio, ventenne contemporaneo, diventano personaggi mitologici che hanno capito tutto della vita. La Divina Provvidenza assiste il trio scombinato e lo porta a vivere un'avventura picaresca che non dimenticheranno.
Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla sono perfetti nei ruoli di Carlobianchi e Doriano, e le loro facce "non da cinema" (ma di consumata esperienza teatrale il primo, musicale il secondo) reggono perfettamente anche i primissimi piani, mentre Filippo Scotti (Giulio) si conferma attore di rara profondità emotiva ed espressiva, capace di fare molto con pochissimo. La musica dei Krano asseconda il mood on the road come una canzone folk di Woody Guthrie.