di Mike Leigh, Gran Bretagna, Spagna, 2024, 97′
con Marianne Jean-Baptiste, Michele Austin, David Webber, Tuwaine Barrett, Ani Nelson
Londra, oggi. Pansy Deacon è una donna depressa, soggetta a violenti attacchi di ira. La sua ipersensibilità la rende vulnerabile a ogni minima provocazione. Con un tono costantemente critico, opprime il marito Curtley, un idraulico tranquillo e remissivo, e il figlio Moses, un giovane dal temperamento spento che fatica a dare una direzione alla propria vita. Ma l’insofferenza di Pansy non si limita alle mura di casa, anche all’esterno, nella società civile, è continuamente in conflitto con cose e persone. Sua sorella minore, Chantelle, allegra e solare, è esattamente il suo opposto. È l’unica che non si arrende, la sola disposta ad ascoltare ed accettare Pansy anche quando tutti gli altri si allontanano.
Quinlan.it - La scrittura di Leigh, in tal senso, brilla per l’acuminato sense of humour di certe trovate verbali ed eccelle sia sul versante dialogico (molto ben delineato il rapporto tra le due figlie di Chantelle, basato su una complicità espressa da continui botta e risposta, da una struttura di call and response di marca quasi musicale) che su quello della costruzione, spesso virtuosistica, dei monologhi. Il film è incorniciato, in apertura e chiusura, da due movimenti di macchina speculari all’esterno dell’abitazione di Pansy e Curtley, all’interno dei quali si iscrive l’azione del dramma, come se Leigh non voglia rinunciare ad una simbolica connotazione teatrale che nel suo cinema continua a rivestire grande importanza, a ricordarci che stiamo assistendo ad una mimesi della realtà, della quotidianità ordinaria, strutturata secondo le regole della rappresentazione, ordita come un congegno implacabile.
My Movies.it - comode verità è la quintessenza di un film di Mike Leigh: un racconto intimo e sconvolgente su relazioni famigliari distorte dai segreti e le bugie che l'uno ha rispettivamente nascosto o propinato agli altri. Costruito su premesse quasi comiche, il sedicesimo film del regista inglese over-80 è ancora una volta pronto a mettere a nudo i sentimenti più nascosti dei suoi protagonisti, e a farli esplodere in un tour de force emotivo finale catartico e straziante. Leigh posa su ognuno dei personaggi in scena il suo sguardo compassionevole e gentile, ma non risparmia loro l'esibizione di assortite meschinità e vigliaccherie, né del degrado umano provocato da una sofferenza interiore ingestibile ed egoriferita. Ognuno di loro porta la sua croce, chi con grazia, chi con apparente indifferenza, chi somatizzando e chi scagliandosi contro il mondo a testa bassa.