di Eliza Kubarska, Polonia, Italia, Nepal, Svizzera, India, Austria, 2024, 80′
con Reinhold Messner, Krzysztof Wielicki
La storia della migliore alpinista del mondo, un’icona. Una donna indipendente e determinata, un esempio di forza e coraggio, che persegue i propri obiettivi senza possibilità di essere fermata o rallentata.
La sua ascesa e caduta, come ha aperto la strada per l’Himalaya alle generazione sucessive di scalatrici.
La regista e alpinista Eliza Kubarska va alla ricerca di Wanda Rutkiewicz, scomparsa sull’Himalaya 30 anni fa. Eliza segue le orme dell’ultima spedizione di Wanda dal Nepal al Tibet, attraversando le vette più alte fino al Kanchenjunga per scoprire cosa sia realmente accaduto.
“L’ULTIMA SPEDIZIONE” indaga su ciò che è realmente accaduto a Wanda sull’Himalaya.
Chi era Wanda?
Wanda è stata la prima donna europea a scalare il Monte Everest. Ha battuto anche i suoi colleghi polacchi. È stata la prima donna a scalare il K2, la vetta più impegnativa del mondo. Wanda viveva in un mondo in cui le scalatrici non venivano prese sul serio.
Nel 1992 Wanda investe i suoi risparmi nella spedizione al Kanchenjunga. È accompagnata da una squadra messicana e da un polacco di 23 anni. Wanda non tornerà mai più da questa spedizione.
Alcuni anni fa, nel 25º anniversario della scomparsa di Wanda, iniziarono a circolare nuove speculazioni nei media riguardo la sua posizione. Alcuni alpinisti affermarono di aver visto Wanda in un monastero tibetano. A questo punto, Eliza decide di realizzare il primo documentario di lunga durata su Wanda Rutkiewicz, che oggi avrebbe 76 anni.
Mymovies.it - Un film realizzato da chi conosce bene sia l'alpinismo che le difficoltà che una donna deve superare per entrare in un mondo prevalentemente maschile.
Eliza Kubarska non è solo una regista. È anche un'alpinista che ha compiuto imprese ragguardevoli ma anche vissuto sulla sua pelle il machismo che ancora domina nel mondo delle scalate. Ha quindi realizzato un film che propone la personalità del soggetto principale, cioè Wanda Rutkiewicz, ma ha al contempo messo in luce quanto il fatto che fosse una donna le abbia creato più di una difficoltà unita all'ostracismo da parte di alcuni alpinisti. (...) l documentario è impostato su due livelli ed anche su due formati. Uno è quello dell'indagine che Kubarska compie nel presente e l'altro è quello dei filmati della protagonista girati nel corso delle sue ascese o in altri momenti della sua vita. Da questi emerge una personalità forte in cerca di se stessa e impegnata a testare il proprio fisico e la sua capacità di sostenere gli sforzi richiesti.
La regista è però interessata anche ad indagare il contesto ambientale e socioculturale in cui si è concretizzata quella che sarebbe divenuta la sua ultima impresa. Condivide quindi con lo spettatore sia le credenze buddiste nei confronti della sacralità del Kangchenjunga sia quello che monaci e monache pensano sia potuto accaderle. Aggiungendo quindi, in modo concettualmente produttivo, una dimensione spirituale all'attività delle scalate.