di Emmanuel Courcol, Francia, 2024, 103′
con Benjamin Lavernhe, Pierre Lottin, Sarah Suco, Jacques Bonnaffé, Clémence Massart-Weit
Thibaut è un direttore d’orchestra di fama mondiale, abituato a calcare i palcoscenici internazionali. Quando scopre di essere stato adottato, viene a conoscenza dell’esistenza di un fratello di nome Jimmy, che lavora come addetto ad una mensa scolastica e suona il trombone in una banda nel nord della Francia.
Apparentemente tutto li divide, tranne l’amore per la musica. Notando le eccezionali doti musicali del fratello, Thibaut si propone di riparare all’ingiustizia del destino. Jimmy inizia così a sognare una vita differente...
Il tono adottato è costantemente in bilico tra la commedia, la commedia sociale e il dramma...
Quello che mi piace è soprattutto conciliare gli opposti e trovare una forma di compromesso o di equilibrio. Questo vale per la mia vita come per il cinema. Dramma o commedia? Film d’autore o commerciale? Musica classica o canzoni popolari? Perché
scegliere? È un percorso impegnativo, che si snoda lungo una cresta sottile, non sempre agevole, ma è ciò che amo fare. È ciò che guida il mio desiderio di scrittura. Giochi con questioni molto delicate e devi sapere evitare il patetico non appena si presenta.
Bisogna commuovere senza indulgere, saper prendere una direzione inaspettata al momento giusto, cogliere quel piccolo dettaglio che scatena l’emozione della sorpresa. Ad esempio, siamo stati molto attenti a non lasciarci trascinare in un film ulla malattia: qui è un evento scatenante che viene presto dimenticato per lasciare spazio alla relazione tra i due fratelli. Lo stesso vale per l’aspetto sociale legato alla fabbrica. È una realtà
economica che volevamo evocare, ma senza farci trascinare in un film completamente diverso. Perché qui il tema centrale è prima di tutto l’incontro musicale e fraterno tra due mondi.
Mymovies.it -
Una commedia drammatica semplice ed efficace, che mescola con abilità lacrima e risata, melodramma e realismo sociale.
La dote principale del cinema francese - quando scritto, recitato, confezionato con impeccabile abilità come nel caso di En fanfare - è quella di saper gestire con apparente naturalezza elementi eterogenei. Emmanuel Courcol, in passato autore dell'ottimo Weekend, parte dal dramma medico, passa alla vicenda famigliare dell'incontro tra i due fratelli adottati, poi allo scontro sociale fra i due protagonisti (uno borghese, l'altro proletario, uno realizzato, l'altro fallito) e infine arriva addirittura al racconto militante e sociale, con l'accenno alla crisi economica del nord e alle proteste operaie per la chiusura delle fabbriche... A fare da trait-d'union è naturalmente la musica, anch'essa connotata in modo duplice, raffinata e orchestrale nel caso di Thibaut, immediata e grezza, da fanfara per l'appunto, in quello di Jimmy, ma capace di avvicinare i due fratelli.
Sentieri Selvaggi - Gli sguardi nascosti. In due momenti di L’orchestra stonata un protagonista guarda l’altro di nascosto. Uno sta dirigendo l’orchestra, l’altro suona il trombone nella sua banda. Non è la classica storia di famiglia su due fratelli che non si sono mai conosciuti. È invece la musica invece che diventa l’elemento trainante del terzo lungometraggio diretto da Emmanuel Courcol: classica, jazz, marce, la Sinfonia n. 3 di Mahler, il Bolero di Ravel che diventerà fondamentale soprattutto verso la fine del film. Non solo. Il cineasta la mette in scena attraverso i corpi dei due protagonisti, interpretati da Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin, che diventano parte integrante di una partitura dove le dichiarate tracce da melodramma sulla malattia restano sottotraccia per quasi tutta la durata del film.