di Coralie Fargeat, Gran Bretagna, Usa, 2024, 140′
con Demi Moore, Margaret Qualley, Dennis Quaid, Hugo Diego Garcia, Joseph Balderrama
Hai mai sognato una versione migliore di te? Sei sempre tu. Semplicemente, migliore, in ogni senso. Davvero. Devi provare questo prodotto rivoluzionario. Si chiama “The Substance”. Ti cambia la vita. Genera una nuova versione di te. Una versione più giovane, più bella, una versione perfetta. C’è solo una regola: vi dovete dividere il tempo. Una settimana sta alla vecchia versione di te. Quella dopo sta alla nuova. Sette giorni a testa. Un equilibrio perfetto. Facile, no? Se rispetti l’equilibrio… cosa può andare storto?
AVVERTENZA: Il film non è consigliato alle persone facilmente impressionabili.
«I corpi femminili.
The Substance è un film che parla di corpi femminili.
Di come siano sempre oggetto di scrutinio, fantasie e critiche all’interno dello spazio pubblico.
Di come noi, in quanto donne, siamo portate a pensare di non avere scelta se non essere
perfette/sexy/sorridenti/magre/giovani/belle per avere valore nella società.
E di quanto ci risulti impossibile sfuggire a questa logica, per quanto istruite, intelligenti e
indipendenti possiamo essere.
Perché da oltre 2000 anni i corpi femminili sono plasmati e controllati dal desiderio di coloro
che li osservano.
(...) Questo film, invece, ci dice che è ora di far saltare tutto per aria. Perché com’è possibile che
sia il 2024 e viviamo ancora in questa situazione?
(...) Da sempre ci dicono di controllarci e darci un contegno. È ora di fare l’opposto.
In questo film i corpi vengono tiranneggiati, ridicolizzati, distrutti allo stesso modo in cui la
società distrugge le donne ogni giorno con tutte le regole che ci hanno insegnato tacitamente
a seguire.
Sarà un bagno di sangue.
Ma farà anche sbellicare dalle risate. Perché non conosco arma migliore della satira per
mostrare al mondo l’assurdità delle proprie regole.
E soprattutto credo abbia un tempismo perfetto.
D'altronde il film riguarda proprio questo, una liberazione.
Una presa di potere»
CORALIE FARGEAT
Sentieri Selvaggi - Il mostruoso femminile come non l’abbiamo mai visto. Un body horror picture show probabilmente destinato a diventare un classico negli anni a venire. Miglior sceneggiatura a Cannes77. (...) In tutta questa sovrastruttura di fonti, segni, rielaborazioni, Coralie Fargeat non si tira indietro nelle regole del “genere” che ha deciso di omaggiare e rivoluzionare. E così, senza dimenticare l’autoironia, spreme tutto quello che c’è da spremere: ossa, escrescenze, natiche, mammelle, bulbi oculari, liquidi giallastri e spruzzi di litri di sangue come non se ne vedevamo dai tempi di Carrie – e De Palma nella sua morbosità voyeuristica nei confronti dell’immagine femminile è un altro dei tanti possibili innesti di questo Frankenstein cinematografico che assembla pezzi da tante fonti diverse per costruire un nuovo “mostro”, senza perdere mai la sua identità autoriale, la sua singolarità poetica.
Domus - Con The Substance Fargeat attinge a piene mani alla storia del cinema per costruire un’architettura del terrore che si erge dal corpo femminile attraversando studi televisivi, case, corridoi, bagni, docce e stanze nascoste. (...) Punto focale dell’azione, il bagno rappresenta il claustrofobico bozzolo dove Elisabeth si confronta spietatamente con sé stessa, dove osserva il proprio volto e il proprio corpo con l’ingenerosità di una società maschile che ha stabilito canoni dai quali pare impossibile affrancarsi (nonostante il #bodypositive). È anche il luogo nel quale Sue ricava una stanza segreta, buia come le profondità dell’inconscio, dove occultare la parte più detestabile di sé, la Elisabeth che invecchia...
MyMovies - Fargeat gestisce con lucidità e senso dello spettacolo la messinscena di questa storia estrema improntata all'esasperazione davanti ad una cultura che relega le donne in un ruolo funzionale a quel maschile che le distingue in "chiavabili o inchiavabili", e in base a questo assegna loro l'unico valore possibile.
Gli uomini nel film vengono fuori come idioti pericolosi pronti a tirare fuori il loro lato più meschino, ma anche la protagonista (anzi, le protagoniste) non ne esce bene, fondamentalmente perché accetta la permessa che "la versione migliore di sé" sia quella giovane e tonica, e nient'altro.
Quinlan.it - La parabola del film è semplice: gli uomini, che gestiscono “la produzione”, non prevedono l’invecchiamento femminile (ma il loro sì e senza problema alcuno) e anzi lo schifano alquanto. Le donne a loro volta non accettano di invecchiare e farebbero di tutto per fermare il tempo ...
FilmTv - Che orrore il corpo di donna che invecchia: a Hollywood compiuti i 50 le attrici spariscono dalla ribalta, costrette dallo sguardo patriarcale, e dall’autosabotaggio derivante da standard iniqui, a nascondersi alla vista. O a ritoccarsi in un’eterna giovinezza, come da anni fa Demi Moore, emblematico corpo attoriale finalmente riportato a giusta gloria, nel ruolo di una Norma Desmond contemporanea che cede alla tentazione della sostanza, ritrovato sintetico capace di generare una versione più giovane e soda di sé. Come in un La morte ti fa bella girato da Cronenberg o Yuzna, la regista di Revenge porta alle estreme conseguenze un horror ludico e teorico, che rilegge il tabù verso i segni del tempo sul corpo femminile in una scorribanda caotica e grandguignolesca, estenuata e demenziale, femminista e autocritica («Ricordate che siete una sola» dice inutilmente lo slogan della sostanza, mentre tra donne ci si fa la guerra). Già cult.