di Patricia Font, Spagna, 2023, 105′
con Enric Auquer, Laia Costa, Luisa Gavasa, Ramón Agirre, Milo Taboada
Tratto dalla storia vera del maestro Antoni Benaiges
Nel 1935, il maestro Antoni Benaiges accetta l’incarico come insegnante in un piccolo e isolato villaggio di Burgos, in Spagna. Qui il giovane maestro instaura un intenso legame con i suoi studenti, un gruppo di ragazzi e ragazze di età compresa tra i sei e i dodici anni, ai quali fa una promessa: portarli a vedere il mare per la prima volta nella loro vita.
75 anni dopo, la nipote di uno di quegli studenti, attraverso i ricordi di coloro che lo hanno conosciuto, tenta di ricostruire la meravigliosa storia vera nascosta dietro la promessa del maestro. Una storia di coraggio, dedizione e resistenza che rischiava di rimanere sepolta dalle ombre della Guerra Civile.
Il maestro che promise il mare affronta il tema della memoria storica in modo diretto e indiretto, intrecciando due storie: quella del maestro Antoni Benaiges, basata su fatti realmente accaduti nel 1935, e quella di Arianna nel 2010, personaggio immaginario che rappresenta i discendenti di coloro che hanno conosciuto il maestro. L'interazione tra queste due trame trasmette un messaggio: ciò che accade nel passato si ripercuote sul nostro presente sotto forma di ferita transgenerazionale.
Trovo interessante la tesi secondo cui siamo capaci di ereditare le ferite dei nostri antenati. Nel film, gli eventi accaduti nel passato hanno conseguenze sui personaggi del presente e sul rapporto tra loro. Arianna, cresciuta tra silenzi e tabù della madre e del nonno, è un personaggio fragile e smarrito che soffre di attacchi d'ansia. Il nonno soffre di demenza senile, e non riesce più a ricordare la propria infanzia, né il motivo per cui ha deciso di metterla a tacere. Questa storia ruota attorno alla memoria, alla sua perdita e all'importanza di mantenerla. L'intero universo di Arianna, freddo, apatico, circondato dalla morte e dall'oblio, contrasta con quello del maestro Antoni, personaggio idealista ed entusiasta, il cui spirito, nonostante le vicissitudini che il paese affronta in quel momento, è vitale e innamorato della vita, circondato da bambini e illusioni. Ci sono due storie molto diverse all’interno dello stesso film ed è stata una sfida trovare un modo per farle coesistere.
Patricia Font
«IL MAESTRO CHE PROMISE IL MARE è un film che riempie di emozioni e che ci pone davanti a ciò che è essenziale come individui e come società» - commenta Ana Vázquez Barrado, Direttrice dell’Instituto Cervantes di Milano. «La trama va al di là della rappresentazione dei conflitti nella Spagna degli anni ’30: ci mostra come l’educazione e la cultura siano strumenti imprescindibili per il progresso e il benessere sociale, come la scuola pubblica sia centrale per la convivenza democratica e come gli insegnanti siano la scintilla che accende nei giovani la fiamma della passione per il sapere, la curiosità di scoprire il mondo e l’immaginazione per creare altre vie. L’educazione è il territorio nel quale sogniamo e creiamo il futuro, una forma di resistenza e, in definitiva, un modo di pensare il mare ancor prima di vederlo».
MyMovies.it - Patricia Font dirige un film in continua alternanza tra il presente e il passato. (...) Questo duplice piano di narrazione è già di per sé significativo. Ci ricorda il dovere della memoria in un presente in cui il revisionismo storico si approfitta di amnesie collettive indotte dal flusso comunicativo in cui il fake prevale.
(...) Font riesce a restituirci il clima di quell'epoca mostrandoci la passione per l'insegnamento di Antoni (i docenti che ne sono privi producono più danni che vantaggi per i propri allievi erodendo in loro il piacere dell'apprendere) e facendoci leggere sul volto dei suoi alunni, anche dei più restii, la gioia per ogni nuova scoperta. Ma, con il percorso compiuto da Ariana, la nipote in cerca del passato del nonno prima che costui lasci questa terra, ci ammonisce sulla vigilanza. Benaiges insegna e viene messo nel mirino mentre il franchismo sta covando sotto la cenere alimentandosi con le posizioni dei cosiddetti 'benpensanti'. La Storia può ripetersi e certe lezioni andrebbero apprese affinché ciò non torni ad accadere.