di Tran Anh Hung, Francia, 2023, 145′
con Juliette Binoche, Benoît Magimel, Emmanuel Salinger, Patrick d'Assumçao, Galatéa Bellugi
1885. L’Impeccabile cuoca Eugénie lavora da oltre vent’anni per il famoso gastronomo Dodin.
Il loro sodalizio dà vita a piatti, uno più delizioso dell'altro, che stupiscono anche gli chef più illustri
del mondo.
Con il passare del tempo, la pratica della cultura gastronomica e l'ammirazione reciproca si sono
trasformate in una relazione sentimentale. Eugenie, però, è affezionata alla sua libertà e non ha
mai voluto sposare Dodin. Così, lui decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinare
per lei.
Sentieri Selvaggi - Ma al di là delle gioie gastronomiche, Tran Anh Hung riesce a disegnare un affascinante ritratto d’epoca, lavorando, quasi senza farsene accorgere, tutto un immaginario da fine ‘800, legato alla letteratura, alla pittura, all’innovazione tecnologica (le antenne di zinco che stimolano elettricamente la crescita degli ortaggi…). Con un movimento continuo apre gli spazi della cucina, vero fulcro di tutto il film, e della casa di Dodin, in un passaggio fluido da un piano all’altro. E poi si affaccia all’esterno, alle dolcezze della campagna, colta con una sensibilità alla luce quasi impressionista. Trova un ritmo discreto grazie a Juliette Binoche e un Benoît Magimel di metodo e passione e riesce così ad accarezzare i personaggi, a raccontarne in punta di piedi sentimenti e relazioni.
Cineforum.it - Il film usa il cibo come metafora smaccata di una forma di altruismo, di accudimento, di realizzazione personale; ma il suo incedere reiterato, il suo sguardo estatico sanno catturare un senso del cibo quasi mistico, mai legato a un piacere solamente terreno. È la perfezione che si cerca, la sintonia, l’equilibrio assoluto di un benessere sensoriale. Hùng accarezza i suoi attori immergendoli in una luce pittorica, restituisce odori e sapori attraverso un cinema tanto elegante quanto tattile, concreto. Il gusto delle cose è una variazione sul tema dell’amore romantico, colmo di tenerezza umana verso i suoi personaggi, incapaci di mostrare la loro affettività fino in fondo ma, sempre, dediti alla loro vocazione intesa come dono, come ricerca della perfezione, come misura del mondo.
Mymovies.it - Il rapporto tra cinema e cibo è ormai di lunga data ma un film come quello diretto da Tran Anh Hung segna decisamente una svolta in quello che è diventato quasi un sottogenere. (...) Fin dalle prime inquadrature, e per l'intera durata del film, vegetali, carni e tutto ciò che contribuisce alla riuscita di un piatto (ivi compreso un profluvio di pentole in rame) sono al centro dell'inquadratura e vengono portati sullo schermo grazie ad uno sguardo che è al contempo tecnicamente attento e sensorialmente partecipe.