di Amjad Al Rasheed, Giordania, 2023, 112′
con Mouna Hawa, Haitham Alomari, Seleena Rababah, Yumna Marwan, Salwa Nakkara.
Giordania, oggi.
Nawal, è una giovane sposa e madre che, rimasta improvvisamente vedova, si ritrova a combattere per il suo diritto all’eredità del marito, cioè conservare la propria casa e tenere con sé la piccola figlia Nora, in una società dove avere un figlio maschio cambia le regole del gioco e sembra essere, per una donna, l’ unica tutela.
LA PAROLA AL REGISTA
Sono cresciuto circondato da donne. Quando ero piccolo, in mia presenza parlavano apertamente dei problemi che avevano con i loro mariti, pensando che non ascoltassi o fossi troppo piccolo per capire. Così sono stato testimone di come la nostra società e la nostra cultura si aspettano che le donne accettino senza batter ciglio comportamenti abusivi da parte di uomini che dettano loro ciò in cui credere e come comportarsi. Questo mi ha fatto capire, in giovane età, come le donne debbano affrontare un modello
oppressivo e come questo atteggiamento venga normalizzato.
Inshallah a Boy è una storia di sopravvivenza, di emancipazione e di speranza. Con questo film ho voluto denunciare l'oppressione imposta da una società patriarcale e invitare il pubblico a riflettere.
AMJAD AL RASHEED
Cineuropa - Con le rivolte dello scorso anno guidate dalle donne contro la "polizia morale" in Iran e la lenta liberalizzazione dei generi in Arabia Saudita, sta emergendo una nuova attenzione e solidarietà globale verso i diritti delle donne nei Paesi arabi. È in questo preciso contesto che verrà accolto il primo lungometraggio di Amjad Al Rasheed, Inshallah a Boy - il primo film giordano in assoluto ad essere presentato a Cannes (...). Il film evoca con forza un paragone lusinghiero con le opere iraniane di Asghar Farhadi, in particolare A Separation e The Salesman: un resoconto dall'alto in basso di una società repressiva e carica di antagonismo di classe, il tutto reso ancora più piccante dal fatto che la ricca famiglia per cui Nawal lavora è cristiana.
Mymovies - Al Rasheed colloca l'azione ad Amman e in tal modo ci fa conoscere un'altra faccia dell'imposizione alle donne di codici di comportamento che alcune giocoforza interiorizzano accettandoli ed altre no. Perché grazie al lavoro di badante di un'anziana signora immobilizzata su una sedia a rotelle a cui Nawal attende quotidianamente (rientrando a casa tardi e questo viene usato contro di lei) ci viene aperto un altro microcosmo. Quello cioè di una famiglia benestante cristiano maronita dove però i rigidi codici di sottomissione al maschio, non importa se totalmente privo di scrupoli, imperano.