di Wim Wenders, Giappone, Germania, 2023, 123′
con Kôji Yakusho, Tokio Emoto, Arisa Nakano, Aoi Yamada, Yumi Asô.
Hirayama ha circa sessant’anni, vive a Tokyo e non è sposato. Lavora come addetto alle pulizie delle toilette pubbliche della capitale nipponica, ogni giorno si sveglia all’alba e dopo aver compiuto una serie di rituali si reca al lavoro. In pausa pranzo consuma il suo pasto seduto alla panchina di un parco – sempre lo stesso – e scatta una fotografia agli alberi che lo circondano. A fine turno prima di tornare a casa va in un “sentō” (il tipico bagno a pagamento giapponese) per togliersi di dosso lo sporco e la fatica della giornata. La sera nella pace del suo piccolo appartamento legge un libro e si mette a dormire.
giovedì 29 febbraio dalle 19:00
Cena su prenotazione con un menu speciale:
Costo €15 bevande escluse
Prenotazione obbligatoria via sms/Whatsapp al 327 7034745 entro le 12:00 del 29/02/2024
Wired.it - In due ore Perfect Days fa innamorare di questa vita apparentemente priva di tutto (il protagonista abita in una casa spoglia in cui esiste solo l’essenziale) ma in realtà scremata del superfluo, in cui a trionfare è l’ideale del bene comune. Ci saranno difficoltà, questioni da risolvere, personaggi negativi e tutto quello che solitamente avviene nei film, eppure ciò che rimane più impresso è questa cura di qualcosa che appartiene a tutti, rappresentata nella maniera che meno ci si aspetta, dalla pulizia dei bagni. Questo, già nelle intenzioni di Wenders, è il punto del film: provare a girare una storia che riavvicini tutti quelli che la guardano all’idea di bene pubblico, alla sua cura e all’immensa soddisfazione che esiste nell’unire la coltivazione dei consumi culturali (il protagonista fa foto su rullino oltre come detto a leggere e ascoltare musica), a una routine lavorativa semplice e ai rapporti occasionali con le persone che incontra o i ristoranti in cui mangia.
Mymovies.it - Wim Wenders, in veste di regista e sceneggiatore (con Takuma Takasaki), mette a frutto la sua grande familiarità con il documentario per creare un film di finzione che segue le giornate del suo protagonista come una camera nascosta, e poi però racconta i sogni di Hirayama come un'elaborazione artistica del giorno appena vissuto.
La concezione architettonica di Wenders incastona la figura umana in spazi ben squadrati e confinanti (a cominciare dal formato 4:3 che ad un certo punto diventa quello ancora più ristretto dell'inquadratura da cellulare), e in una Tokyo in cui il sole sorge (non a caso siamo nel Paese del Sol Levante") accompagnato dalla canzone perfetta (The House of the Rising Sun).
Cineforum.it - «Ci sono tanti mondi dentro lo stesso mondo» dice a un certo punto Hirayama alla nipote, aggiungendo che non per forza questi entrino in contatto fra loro. Ecco, il mondo che più somiglia al Wim Wenders di oggi è proprio quello rappresentato in Perfect Days. Fatto delle sue esperienze, delle sue memorie e le sue passioni. Forse po’ senile, sicuramente anacronistico e di certo non più audace, innovativo e visionario come un tempo – e per certi versi incarnato dalla Tokyo svuotata e paradossalmente sgombra di traffico e persone nella quale il film è ambientato. Ma un luogo in fondo dove il regista tedesco può ancora genuinamente innamorarsi del cinema, delle persone e della vita. E non è poco.