di Alain Parroni, Italia, 2023, 115′
con Enrico Bassetti, Zackari Delmas, Federica Valentini, Lars Rudolph
Roma, piena estate. Alex, Brenda e Kevin ronzano tra la campagna del litorale e la città eterna tentando di resistere all'inesorabile avanzare del tempo e del caldo.
Alex ha appena compiuto 19 anni, Brenda è incinta e Kevin riempie la città con il suo nome: ognuno tenta di lasciare il proprio segno nel mondo. Una catena ininterrotta di situazioni, paradossi e caratteri si alternano fra loro in una costruzione narrativa vicina ad un anticonvenzionale romanzo di formazione. Le singole esperienze che Alex, Brenda e Kevin vivono, non sono una casuale sequenza di avventure bensì i gradini sulla scala del processo di orientamento, di crescita e maturazione. Le avventure sentimentali e la conquista dell'autonomia fanno da perno alle situazioni in cui Kevin e Brenda si invischiano, agendo d'istinto ma catalizzando passo dopo passo la corsa al grido "IO ESISTO" di Alex.
NOTE DI REGIA
La mia generazione è una questione di linguaggio.
Raccontare la propria realtà nel 2023 è un atto tenero e prepotente che implica l’affronto delle
profonde ambiguità, degli stereotipi e delle contraddizioni nella società mediatica in cui si è
cresciuti.
Siamo contaminati: bombardati da un reflusso di citazioni, da un agglomerato di immagini, da una simultaneità di informazioni ed emozioni provenienti dal cinema, da internet e dalla fotografia di massa.
Se vivi in campagna, a 30 km da una delle più antiche città del mondo, sei comunque inondato da pellicole hollywoodiane, pop e anime giapponesi diffusi dalle tv generaliste, nonché da film di autori sconosciuti, scaricati da server remoti e sottotitolati approssimativamente.
Offrire uno sguardo onesto richiede la messa in discussione dei linguaggi e dei media che le nuove generazioni utilizzano, così come i loro valori in relazione al mondo che li circonda.
Alex, Brenda e Kevin non sono altro che il sogno di un adolescente preoccupato che si addormenta con lo smartphone in mano davanti la TV accesa a tutto volume ;)
Cineforum.it - Si può raccontare il nulla; molto più difficile è filmarlo. È ciò che con molto coraggio fa il giovane Alain Parroni, esordiente, ma con idee piuttosto chiare sul modo di restituire la forte sensazione di vuoto che attanaglia i suoi personaggi, un terzetto di coatti della provincia romana che si lascia vivere, tra sentimenti incrociati apparentemente candidi e interminabili giornate da trascorrere in contesti fatiscenti. (...) Il lavoro di Parroni, premiato alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti e con il riconoscimento della stampa internazionale, va oltre la sceneggiatura scritta insieme a Giulio Pennacchi e Beatrice Puccilli, e si fissa sull’immagine, lasciando che siano i vari piani a caratterizzare gli scarni eventi e a renderli significanti.
ComingSoon - Parroni costruisce una sinfonia di rumori, suoni e musica, con un linguaggio formale che rielabora linguaggi e video martellanti da social, con un ritmo tanto più rapsodico, alternante la stasi e l’esplosione di frenesia, tanto più il loro habitat è immobile. Quella di Alex, Brenda e Kevin è una storia in fondo classica, di amicizia, amore e gelosia, con nomi che rimandano a sogni di un altrove, a personaggi ammirati in televisione da una generazione che li ha preceduti e qui scompare del tutto. L’unico “adulto” è la nonna di Brenda, mentre il tempo sembra abbia fatto piazza pulita di chi ha provato a crescere e a trovare prima di loro un senso a quelle sterminate domeniche.
L’esordio di Parroni ha un’energia dirompente, una personale visione del racconto e della narrazione che spiazzano e colpiscono, scarnificando al massimo il dialogo per far emergere in primo piano rumori di fondo e i corpi spesso immobili come statue dei tre protagonisti. Hanno il terrore di crescere, pur non confessandoselo, di affrontare responsabilità e nuovi orizzonti, sperando di comportarsi da genitori in maniera diversa da come si sono comportati i loro.