di Cristian Mungiu, Romania, 2022, 124′
con Marin Grigore, Judith State, Macrina Barladeanu, Orsolya Moldován, Andrei Finti
Matthias, burbero e taciturno lavoratore di un mattatoio tedesco, litiga con il datore di lavoro e scappa verso Recia, il villaggio di origine in Transilvania. Qui trova una situazione complicata: la moglie Ana sta crescendo il figlio Rudi in maniera troppo protettiva, mentre la sua amante Csilla ha fatto carriera in un grande panificio locale. Quando quest'ultima, per poter ottenere dei benefici UE, si trova a dover assumere braccianti provenienti dallo Sri Lanka, nel villaggio emergono intolleranze sopite a lungo ma più vive che mai.
Film Tv - Quanti registi, oggi, sono in grado di raccontare il presente, la sua complessità e stratificazione, la sua concomitanza di voci e ragioni, la sua orizzontalità che non mostra alcuna struttura o senso condivisi? Pochi, pochissimi, e tra questi senza dubbio il rumeno Cristian Mungiu, che almeno da 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni (2007) affronta la storia del suo paese interrogandosi sulla sua natura, le sue ragioni, le sue distorsioni. Con l'ultimo film, presentato a Cannes nel 2022, Animali selvatici (meglio non interrogarsi troppo sulle ragioni del titolo italiano dall'originale R.M.N., che un senso preciso ce l'ha), è ancora più chiaro come per Mungiu il cinema sia uno strumento di presa sul reale, di utilizzo dello spazio e del tempo per restituire con gli strumenti della finzione e della messa in scena le molteplici direzioni di una società. (...)
Mungiu segue il vagare indifferente del suo protagonista e al tempo stesso traccia il ritratto caotico di una comunità dove ignoranza e paura preparano la deriva violenta, riprendendo l'immagine della Romania come terra di mezzo tra Occidente e Oriente.