di Colm Bairéad, Irlanda, 2022, 97′
con Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennett, Michael Patrick Carmody
Cáit, 9 anni, è una bambina tranquilla e silenziosa che passa le sue giornate in solitudine, trascurata da
una famiglia disfunzionale. Con l’arrivo dell’estate viene mandata dai genitori a passare qualche mese
con una coppia di lontani parenti. Sotto la loro cura la bambina rifiorirà, ma in questa casa dove non
dovrebbero esserci segreti ne scopre uno.
NOTE DI REGIA
The Quiet Girl (An Cailín Ciúin) è un adattamento in lingua irlandese di Foster, l’acclamata storia breve
scritta da Claire Keegan.
Pubblicata per la prima volta sul New Yorker e dichiarata "La migliore dell’anno" dalla rivista, la storia è
stata ampliata e pubblicata come libro da Faber & Faber nel 2010.
Lo scrittore/regista Colm Bairéad ha leao Foster per la prima volta nell'estate del 2018 ed è stato
subito catturato dall'idea di adattarlo a un film.
“Ha toccato così tanti temi per me importanti, temi che sono stati alla base del mio lavoro di regista di
corti fino a quel momento: i complessi legami familiari, la questione della crescita emotiva e
psicologica e, soprattutto, il fenomeno del dolore e la sua capacità di modellarci.
Da una prosperva formale, il racconto in sé è stato immediatamente stimolante: una narrazione in
prima persona, al presente, raccontata attraverso gli occhi di una bambina. È stato assolutamente
coinvolgente, empatico e intrinsecamente visivo - gran parte del film è dato da ciò che questa
bambina sta vedendo e sentendo, momento per momento. La tensione narrativa della storia è
completamente derivata dall'esperienza della bambina, piuaosto che da un'eccessiva dipendenza
dalla trama. Mi è sembrata una sfida allettante dal punto di vista registico."
Sentieri Selvaggi - in The Quiet Girl il silenzio diventa l’innesco perfetto per sprigionare l’esplosività delle immagini del cinema più puro, privo di retorica o artifici tecnici ma capace di emozionare nella sua sbalorditiva semplicità. Il formato tre quarti concentra l’attenzione sui primi piani della piccola Cáit che con i suoi grandissimi occhi celesti osserva, quasi stranita, gli inconsueti gesti di amore nei suoi confronti da parte dei suoi nuovi genitori. Il loro rapporto si sviluppa attraverso sguardi, carezze, gesti semplici, caricati del giusto significato, mai eccessivo, mai sopra le righe. Il regista irlandese gestisce con grande perizia il ritmo del suo film che cresce progressivamente fino a sfociare in un bellissimo finale denso di emozioni.
Cineforum.it - All'interno di un piccolo dramma psicologico (che ne nasconde alle spalle altri molto più tremendi), colpisce la sicurezza mai corriva con cui l'autore, mentre disegna a punta fine gli aspetti più crudi di caratteri e relazioni tossiche (con battute sospese, inquadrature di volti e gesti, brevi dialoghi rivelatori), orchestra una “liberazione sentimentale” progressiva, lirica, in una corsa verso l'espressività e la consapevolezza. Comunicare tacendo è una gran dote.