di Marie Kreutzer, Austria, Francia, Germania, Lussemburgo, 2022, 105′
con Vicky Krieps, Florian Teichtmeister, Katharina Lorenz, Jeanne Werner, Alma Hasun
Vienna, 1877. Il 24 dicembre l'Imperatrice d'Austria Elisabetta, nota ai più come Sissi, compie 40 anni, un'età che per una donna dell'epoca, soprattutto una nota per la sua avvenenza, segnava l'inizio della fine. Elisabetta è infelice, e non fa nulla per nasconderlo: inscena svenimenti strategici durante le parate ufficiali, coltiva progetti suicidi e si intrattiene con uomini che le riservano quell'attenzione, e quello sguardo, che le nega suo marito, l'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria, intento a corteggiare ragazze che potrebbero essere sue figlie e disorientato dall'inquietudine della moglie. A nulla valgono le fughe dell'imperatrice lontano da corte, o le richieste dei dignitari affinché mantenga un contegno ufficiale degno del suo rango: Elisabetta si sente soffocare nella sua gabbia dorata e percepisce tutta l'ingiustizia del suo tempo e del suo mondo contro tutto il genere femminile.
Quinlan - Nella prima parte del film, più ieratica e levigata, i conflitti sono messi sul tavolo grazie a uno svolgimento abbastanza prevedibile nella scrittura. È nella seconda parte che Il corsetto dell’Imperatrice prende più quota, delineando la strategia d’uscita di Elisabetta dal suo abito troppo stretto e dalla sua vita allo sbando: la congrega di sole donne che a un certo punto si forma attorno a lei non è un atto di “sorellanza” ma di costrizione che diventa disgrazia virtuosamente condivisa e, per alcuni aspetti, liberatoria. Come liberatorio sarà il taglio dei capelli lunghissimi che Elisabetta ha sempre portato e che, assieme alla sua magrezza, ne erano il tratto distintivo.
Mymovies - Anche qui la ribellione interiore della protagonista si fa politica, precorrendo (forse eccessivamente) i tempi e mostrando una consapevolezza e un "senno di poi" difficilmente immaginabili all'epoca in cui è ambientata la storia. Addirittura Elisabetta si permette un gesto della mano allora inesistente, che contraddice il rigore formale assai realistico della scenografia e dei costumi.
Ciak Magazine - La decadenza è proprio la cifra distintiva del film di Kreutzer. Nel suo racconto, che è più un viaggio introspettivo ed emotivo nel mondo della protagonista, la regista coniuga ispirazioni che vengono da un passato ormai destinato a morire con un presente effimero e un futuro incerto. E lo fa con armonia raccontando la storia attraverso lo sguardo intimo del presente, con uno stile che ricorda quello di un’altra regista italiana, Susanna Nicchiarelli. Ne Il Corsetto dell’imperatrice i personaggi si muovono come fantasmi eterei in ambienti che sembrano sul punto di disfarsi al loro passaggio per lasciare spazio ad una novità che sembra avanzare in modo tormentato solo nella protagonista.