di Mario Martone, Italia, 2022, 117′
con Pierfrancesco Favino, Tommaso Ragno, Francesco Di Leva, Aurora Quattrocchi
Dopo molto tempo trascorso fra il Libano e l'Egitto Felice, diventato imprenditore benestante, torna a Napoli, la città dove ha vissuto fino ai 15 anni. Sua madre Teresa, "la sarta migliore del Rione Sanità", abita in un basso, e accoglie a braccia aperte quel figlio che credeva perduto per sempre. A poco a poco Felice riprende contatto con un mondo che aveva messo forzatamente da parte e incontra Don Luigi, un prete che combatte la camorra cercando di dare un futuro ai giovani del rione. Ma Felice ha anche bisogno di ricongiungersi con Oreste, amico fraterno e compagno di scorribande adolescenziali, che della camorra è diventato un piccolo boss. E a nulla valgono i consigli ad andarsene da Napoli e dimenticare quell'amicizia pericolosa: come se fosse possibile, lasciarsi alle spalle una città che ti è entrata per sempre nel cuore.
Sentieriselvaggi.it Il cinema di Martone non è mai stato nostalgico. Anzi. Anche quando ha scelto il passato come terreno di confronto, ha sempre raccontato un tempo tutto suo, dominato dall’eresia dell’anacronismo, da connessioni sincroniche, prefigurazioni spiazzanti, da armonie e disaccordi. Transavanguardia… E per questo il titolo dell’ultimo romanzo di Ermanno Rea, che è alla base di tutto, potrebbe trarre quasi in inganno sulla prospettiva della sua versione. Che sì, è la storia, tinta di noir, di un fuggiasco sradicato, un film sul peso del passato. Ma è soprattutto un discorso sulla distorsione dei ricordi e sulla difficoltà di accordarsi al proprio tempo.
Filmtv.it E se il senso dell’ultimo film di Mario Martone stesse tutto lì, nel significato del titolo e nei versi posti in esergo? Nostalgia, ovvero “dolore del ritorno”, seguito dal cartello con incise le parole di Pier Paolo Pasolini che recitano: «La conoscenza è nella nostalgia. Chi non si è perso non possiede». Un uomo arriva a Napoli; si muove disambientato per i suoi vicoli; parla un italiano incerto, l’inflessione ci fa immaginare che venga di là dal mare. Quando però si decide ad andare a suonare a una porta scopriamo che non si tratta di un forestiero, ma di un figlio che rincasa dopo una lunghissima assenza per ritrovare la propria madre “sepolta” nei bassi del rione Sanità.
Cinematografo.it Perennemente sospeso tra la caotica vivacità di una città per sua natura molto più mediorientale che europea e la scissione interiore di un uomo in continua dialettica con le proprie radici e una maturità che ha preso altre bisettrici (vedi anche il suo essere musulmano), il film di Mario Martone sa come toccare le corde giuste, restituendo le atmosfere e lo spirito del romanzo originario.